Camerota, volto disegnato dall’onda: «Quello è mio figlio, Crescenzo»

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Camerota, volto disegnato dall’onda: «Quello è mio figlio, Crescenzo»

Mistero risolto, quindi. Niente ninfa Kamaraton, nessuna faccia del dio Nettuno. Il volto disegnato dall’onda divenuta presto famosa, «è quello di Crescenzo». Non ci ha pensato nemmeno un secondo Anna, la mamma di Crescenzo Della Ragione, il ragazzo che a 27 anni, il 10 agosto del 2015, è rimasto schiacciato da un masso all’interno della discoteca ‘Il Ciclope’ di Marina di Camerota. Il locale resta chiuso da quella notte maledetta di quasi tre anni fa ma il ricordo è sempre aperto, vivo. E Anna, insieme a suo marito Antonio, segue sempre le vicende di Camerota, paese al quale Crescenzo era molto legato. Tanti amici qui lo ricordano come un giovane che amava la vita e voleva divertirsi. E ogni volta, per farlo, raggiungeva questo lembo di Sud. Passava le giornate in spiaggia, tra le onde di questo mare. Lo stesso che oggi, nel corso di una violenta mareggiata, lo ha voluto omaggiare. O almeno così sostiene la mamma, senza nascondere la forte emozione nel pronunciare queste parole: «La faccia disegnata in quell’onda è quella di mio figlio Crescenzo». Qualcuno lo aveva già accennato sui social: «Sembra un angelo». E già, proprio un angelo. Casomai con gli occhi chiari, i capelli biondi e quei ray-ban a specchio oro e verdi che Crescenzo portava sempre quando passeggiava sul lungomare di Marina di Camerota. 

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Foto G. Iannuzzi

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