Caselle in Pittari, maltrattamenti a scuola. Teste riferisce: «Bambini terrorizzati»

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Caselle in Pittari, maltrattamenti a scuola. Teste riferisce: «Bambini terrorizzati»

Un’udienza di quasi quattro ore che si è concentrata sui filmati e sulle registrazioni di quello che accadeva nelle aule dell’Istituto Comprensivo Statale di Caselle in Pittari tra il 2011 e il 2014. Continua il processo al tribunale di Lagonegro sulla vicenda che vede imputate le maestre Rosa Fiscina, Rina Lovisi, Ines Stella ed Anna Gerardina Torre per presunti maltrattamenti nei confronti degli alunni della scuola elementare. Sentito nel corso del dibattimento il maresciallo Antonio Russo, comandante della stazione carabinieri di Sanza, che ha portato in aula un ricco faldone con le trascrizioni di quanto ascoltato e visto nei file audio e video captati dalle intercettazioni ambientali. 

Il dibattimento si è aperto sulla «presunta violazione delle linee guida sulle testimonianze dei minori», sollevata da un legale della difesa, in riferimento all’arrivo in aula il 30 aprile 2014 della dirigente De Biase che aveva messo in cerchio gli alunni e li aveva interrogati sui comportamenti delle maestre. I piccoli avrebbero in quella circostanza confidato alla dirigente di minacce, offese e botte ricevute in classe. Dichiarazioni che non sarebbero utilizzabili perché acquisite in violazione delle regole dettate nella Carta di Noto.

Poi Russo è entrato nel merito delle intercettazioni ambientali e ha dettagliato in ordine cronologico iniziando dalla Lovisi: «Ti faccio passare la voglia di parlare, ti faccio una faccia di schiaffi, oggi me ne vado in galera» tra le frasi estrapolate. «Emergeva che gli alunni vivevano in uno stato di terrore e paura», dice il maresciallo Russo. Spiega che l’insegnante accusata di botte, schiffi e minacce ai bambini nel video «ne afferra uno per il collo, un altro per un orecchio, un altro lo piega sul banco prendendolo dalla bocca».

Nel caso di Ines Stella e Gerardina Torre non ci sarebbero state violenze fisiche ma solo offese e minacce: «le captazioni audio non hanno registrato casi del genere», spiega il maresciallo, che sottolinea però «di non averne certezza perché nel caso delle due maestre finite nel registro degli indagati solo in un secondo momento, non ci sono riprese video» e quindi si è attenuto solo alle registrazioni audio.  

Nel caso di Rosa Fiscina il maresciallo ha sottolineato la vivacità della classe e  che le urla dell’insegnante hanno richiamato l’intervento dall’esterno dell’aula di una fiduciaria che entra due volte e invita la Fiscina a un comportamento più consono.

In aula oltre alla Lovisi c’era anche l’ex direttore della scuola di Caselle (in pensione dal 2012), Biagio Bruno, accusato di non aver adottato provvedimenti pur avendo ricevuto segnalazioni da parte dei genitori. Il suo legale, l’avvocato Caterina Tancredi, ha depositato un’istanza di proscioglimento perché il fatto non sussiste. Il pm ha chiesto un termine per esaminare altri documenti e pronunciarsi.  

Il carabiniere Raffaele Urciuoli non è stato sentito perché ritenuta sufficiente la documentazione prodotta. Il collegio giudicante ha rinviato al 6 aprile alle 9:00 la decisione per l’eventuale richiesta di proscioglimento del direttore Bruno e la testimonianza di un maresciallo del Ris, mentre l’altra udienza si terrà il 20 aprile. Saranno sentiti anche i piccoli alunni. Il giudice ha sottolineato che il tribunale non può impedire l’ascolto dei minori (in modalità protetta e a porte chiuse) anche se non sono stati sentiti nel corso dell’incidente probatorio. 

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