«Tutti in classe, no a casa». Dietrofront e proteste nelle scuole del Cilento

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«Tutti in classe, no a casa». Dietrofront e proteste nelle scuole del Cilento

Sono le 8 del mattino di martedì 27 febbraio. Gli studenti del Cilento scendono dai bus che li accompagnano a scuola. Vanno al bar, poi all’alimentari. La «colazione» è nello zaino. Si accingono ad entrare in classe ma vengono fermati: «Oggi niente scuola, c’è la neve». Gli operatori scolastici, su disposizione dei sindaci, ordinano il dietrofront. La nevicata è nel pieno. In alcune scuole i dirigenti scolastici lanciano un diktat preciso ai bidelli: «Accogliete comunque gli alunni in classe». In altre scuole, invece, si chiudono le porte: «Tornate a casa».

Ma a casa non tutti hanno la possibilità di tornare. E, nello stesso tempo, al gelo non possono restare. Le corse dei pullman sono state soppresse. La polizia fa sapere che la strada provinciale 430 Cilentana non è un’arteria sicura: «Troppo ghiaccio e troppa neve, è pericolosa». Impazza il tam tam sulle chat di Whatsapp. Sale la preoccupazione dei genitori mentre la rabbia dilaga sui social: «Qualcuno che lavora a scuola voleva tornare prima a casa e ha chiuso le porte ai nostri figli», scrive una mamma su Facebook. Un’altra risponde: «La sicurezza dovrebbero insegnarla questi soggetti ai nostri figli?».

La protezione civile della Regione Campania aveva inviato un’allerta meteo a tutti i Comuni con largo anticipo. Ma pochi hanno disposto preventivamente la chiusura dei plessi scolastici. Se i pullman sono fermi, i treni viaggiano a singhiozzo e con ritardi che superano anche le due ore. Ma la stazione, gli studenti, come la raggiungono? E allora tutti con cappotti e sciarpe sotto i balconi ad aspettare notizie buone. Chi è più fortunato, intanto, si rifugia all’interno di un bar. Oggi tante scuole sono rimaste chiuse, anche se la neve non c’è.

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