Calamità naturale, la parola d’ordine è programmare

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Calamità naturale, la parola d’ordine è programmare

riceviamo e pubblichiamo

“La dichiarazione dello stato d’emergenza per gli eventi alluvionali che hanno colpito la provincia di Salerno nei giorni scorsi deve diventare un punto di partenza per la programmazione delle reti idraulica del territorio”, è quanto dichiarato da Pietro Caggiano – presidente Coldiretti Salerno, nel commentare la notizia giunta ieri dal consiglio dei ministri. Con migliaia di ettari di terreno ancora sott’acqua e grandi difficoltà per garantire l’alimentazione degli animali è allarme per  la nuova ondata di maltempo che rischia di ritardare le operazioni di messa in sicurezza e di aggravare ulteriormente i danni nelle campagne.  Sono infatti sott’acqua tutte le produzioni autunno vernine, milioni di euro di danni si registrano per i carciofi, le insalate, cavoli rapa, fragole  e prodotti quarta gamma che sono il fiore all’occhiello della produzione agricola salernitana. Sono oltre 20 milioni di euro i danni alle colture che abbiamo censito nel solo Agro Nocerino Sarnese, al quale si aggiungono secondo le prime stime i 30 milioni del Vallo di Diano e i 50 milioni della Piana del Sele. Se vi saranno le risorse per il ristoro devono essere indirizzate-continua Caggiano- esclusivamente alle imprese agricole danneggiate, necessita, pertanto, effettuare un rigidissimo monitoraggio nella fase di ricognizione dei danni. Nessuno deve pensare di poter approfittare di una situazione di disagio per appropriarsi di un solo euro senza averne legittimo diritto.
Superata questa fase occorre effettuare prioritariamente una programmazione finalizzata alla messa in sicurezza del territorio; eventi simili a quelli vissuti negli ultimi giorni devono essere considerati nella ordinarietà dei fenomeni climatici, quindi è necessario mettere intorno a un tavolo gli enti di bonifica, le autorità di bacino ed i comuni che sono deputati a gestire le autorizzazioni agli insediamenti produttivi. “Non appare possibile -afferma Caggiano- che nell’Agro Nocerino sarnese non operi un Consorzio di Bonifica in regime di ordinarietà, infatti questi enti devono essere gestiti da coloro che, democraticamente eletti, possano rappresentare le imprese del territorio. E’ altrettanto inconcepibile che 5 diversi enti tra consorzi di bonifica e autorità di bacino abbiano la gestione del fiume Sele lungo 64 km mentre il Po lungo 652 km  ne ha uno solo!

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