Consiglio direttivo del Parco del Cilento, Carone: «Ignorata voce dei giovani»

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Consiglio direttivo del Parco del Cilento, Carone: «Ignorata voce dei giovani»

Il commento di Vito Carone, tra i nomi in corsa per la carica di componente del Consiglio di Amministrazione del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, la cui candidatura è stata formalizzata al Ministero dell’Ambientate in quota associazioni ambientaliste riconosciute. «Mi fanno notare che l’età media del nuovo Consiglio di Amministrazione del Parco Nazionale corrisponde al doppio dei miei anni. È legittimo e comprensibile che un Ente così rilevante, che annovera oltre ottanta Comuni, premi l’esperienza (la quale comunque non sempre equivale alla competenza e alla capacità, specie sulle nuove tecnologie). Il mio nome, come quello di tanti altri coetanei, poteva essere il segnale volto a tendere una mano alla generazione che ha avuto modo di viaggiare come nessuno prima, scoprire altri posti, apprendere nuove idee, sfruttare a pieno il digitale e tutte le risorse dell’era dell’informazione; la generazione che più di tutte è cresciuta grazie al confronto con il diverso e che oggi rivendica il diritto al cambiamento che il nostro Paese ha bisogno, di cui soprattutto il Mezzogiorno ha bisogno», spiega Carone.

«Probabilmente – aggiunge – è più facile parlare di giovani che poi realmente ascoltarli e coinvolgerli nelle sfide della transizione eco-digital, la quale in altri Stati assume connotati diversi. La nostra non era l’ambizione di un ragazzino, ma la volontà di dare voce e rappresentanza agli under30, i quali – più di tutti – sono costretti ad abbandonare il territorio per immaginare il proprio futuro altrove e costruire una famiglia in luoghi diversi. Ovviamente darò il mio contributo all’attività di un Ente riconosciuto come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, però chiedo solo di accantonare l’insopportabile retorica sui giovani almeno per quanto concerne questa situazione; riprendendo un articolo pubblicato su La Repubblica, i giovani cilentani “sono andati quasi tutti via, lavorano nelle città del Nord e nelle capitali d’Europa. Sono laureati, hanno conseguito master e specializzazioni, ma qui il merito non è riconosciuto e così l’emorragia di menti si fa di anno in anno più drammatica. Lo spopolamento ha eroso e snaturato al suo interno, come un vorace parassita, la struttura e la natura di questi luoghi, ne ha portato via l’anima, la storia, il sentimento di identità e l’orgoglio di appartenenza“».

Il ventisettenne Carone, con percorsi universitari alle spalle in economia, giurisprudenza e ingegneria informatica, svolge attività di ricerca e docenza in diritto dell’ambiente ed è considerato molto vicino all’ideologo dell’ambientalismo Vincenzo Pepe. Il suo nome era tra quelli che trapelavano dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. 

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