Era uno dei criminali più spietati del Sudamerica, chi è Hermes Mario Giordano e cosa sappiamo sulla sua vita

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Era uno dei criminali più spietati del Sudamerica, chi è Hermes Mario Giordano e cosa sappiamo sulla sua vita

Era uno dei criminali più spietati e ricercati d’Uruguay e, da dodici anni, viveva a Capaccio Paestum. Una vita tranquilla, nell’anonimato, nel centro cittadino di Capaccio Scalo, dopo essere fuggito dal proprio Paese nel 2011, per l’ex colonnello Hermes Mario Tarigo Giordano, scovato ed arrestato lo scorso 23 giugno nella Città dei Templi dai carabinieri della Stazione di Capaccio Scalo.

Sulla testa dell’82enne, colonnello delle Forze Armate uruguaiane in pensione, ex comandante del battaglione di fanteria n. 1 “Florida” ed ufficiale dell’intelligence, pendeva un mandato d’arresto internazionale dell’Interpool, che l’aveva addirittura schedato con il “Red Notice” (bollino rosso), tra i ricercati più pericolosi in tutto il mondo. Su di lui una condanna per duplice omicidio pluriaggravato, commessi durante la dittatura civile-militare negli anni Settanta.

Con il battaglione di fanteria n. 1 “Florida” fu responsabile delle torture che portarono alla morte due militanti del Movimento di Liberazione Nazionale – Tupamaros, il 28enne Walter Arteche e il 27enne argentino Gerardo Alter, studente d’Architettura. I militari dell’Arma di Capaccio Scalo, agli ordini del luogotenente Giuseppe D’Agostino, con il supporto anche del Consolato dell’Uruguay in Italia, sono riusciti ad identificare l’82enne, dando esecuzione ad un ordine di cattura spiccato dalla Procura Generale della Corte d’Appello di Salerno.

Grazie al rilevamento delle impronte digitali, essendo sprovvisto di passaporto, i militari dell’Arma sono risaliti all’identità di Tarigo Giordano, che viveva a sud di Salerno insieme alla moglie. Un cittadino fantasma, praticamente, fino a qualche giorno fa, quando è arrivato l’ordine di cattura spiccato dalla Procura Generale della Corte d’Appello di Salerno. Nessuno sapeva della presenza di quell’uomo in città, tantomeno con quale sussidio riuscisse a vivere.

Per un periodo è stato anche nel comune di Camerota, dove tra l’altro in passato aveva trovato rifugio anche l’ex capitano di vascello della marina militare uruguaiana, Jorge Nestor Fernandez Troccoli, condannato all’ergastolo per le torture nei confronti di diversi oppositori politici, durante le dittature militari, nel Cono Sud dell’America Latina, tra cui l’Uruguay.

Ai militari dell’Arma che l’hanno fermato, Giordano, che non gode neppure di un ottimo stato di salute, ha provato anche a fornire delle giustificazioni su quanto accaduto nel suo Paese in quegli anni, prima di essere portato via. Espletate tutte le operazioni di rito, l’ex colonnello è stato scortato solamente nella giornata di mercoledì all’aeroporto di Fiumicino e preso in consegna, per l’estradizione, dalle Autorità uruguaiane. Toccante è ancora oggi la testimonianza di un altro rivoluzionario, Jorge Selves, che riuscì però a scampare alla morte.

«Al momento dell’arresto non c’è stata resistenza. All’arrivo sono stati denudati e legati a terra con dei polsini di cuoio, uno accanto all’altro. Immediatamente iniziano ad usare magneti inzuppati d’acqua come mezzo di tortura durante gli interrogatori. Dopo 15 minuti, Arteche muore. Gli inquirenti lo portano via. L’interrogatorio continua con me e Alter, unici prigionieri rimasti, e dopo mezz’ora anche Alter muore» racconterà, infatti, Selves davanti ai giudici del Tribunale uruguiano.

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