Esplorando la costa da Palinuro a Porto Infreschi: storia, natura e memoria nel nuovo lavoro di Angelo Gentile

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Esplorando la costa da Palinuro a Porto Infreschi: storia, natura e memoria nel nuovo lavoro di Angelo Gentile

Una ricerca sulla costa cilentana rappresenta sempre una sfida per le difficoltà legate alla reperibilità delle fonti. A distanza di otto lustri dal primo lavoro su Marina, e a seguito di richieste dei lettori, c’è stato bisogno di pubblicare altri documenti raccolti con pazienza e testardaggine. Il nuovo lavoro già in Premessa introduce un capitolo sul carsismo nel Basso Cilento con una scrupolosa registrazione delle cavità naturali sia sulla costa che all’interno, cavità esplorate nel corso degli anni da speleologi friulani e campani. Non poteva mancare nei successivi undici capitoli una presentazione del Paleolitico Inferiore, Medio, Superiore e Protostoria i cui siti sono importanti perché lungo la costa di Marina di Camerota essi rappresentano bene i detti periodi, anzi a volte sono dei pilastri per la storia delle ere geologiche. Un riferimento al clima e agli animali che hanno convissuto con l’uomo preistorico, spesso quali prede. Il periodo Greco- romano è stato scandagliato con tante difficoltà perché gli autori classici hanno fatto menzione solo del promontorio di Palinuro.

La costa nel Medio Evo, Basso ed Alto, non si prestava ad una vita tranquilla per i pericoli che venivano dal mare per cui i pochi abitanti, cercavano ovunque le zone interne rese più appetibili per la sicurezza del vivere. Un resoconto ricco di particolari sulla Guerra del Vespro che ha coinvolto la costa proprio perché sullo spartiacque degli scontri tra angioini ed aragonesi. Per quanto riguarda la costa nell’era moderna il pericolo è rappresentato dalle incursioni dei saraceni che hanno flagellato tutto il Tirreno, costringendo gli spagnoli a creare un complesso difensivo costiero capillare e che ancora si mostra nella sua monumentalità: le torri. Tutte le 12 torri dalla costa tra il fiume Mingardo ed il vallone Marcellino sono state studiate nei particolari, non ultimi le misure, i compiti dei torrieri, dei cavallari dei miles. La nascita del villaggio Marina è fatta risalire ben al di sotto della data ufficiale del 1848, con tanti documenti a corredo per suffragare quest’idea, a partire dal 1532, per passare al 1616 quando si ricostruì la cappella di S. Nicola, poi nel 1700 con più matrimoni, nascite e morti per approdare al 1724 quando si parla per la prima volta di “casalium” riferendosi alle poche casupole vicine al mare, per poi passare al 1736 quando compare il nome di Marina di Camerota e così per gli anni successivi. IL tutto con ricchezze di particolari: non ultimi i nomi delle prime persone di immigrate e la loro provenienza nonché la sistemazione familiare. Non potevano mancare le diatribe con il feudatario che voleva prevaricare su tutti e tutto e le lotte tra napoleonidi ed inglesi con il coinvolgimento dei locali.

Un cenno alla tonnara degli Infreschi e ai problemi dei marinai con gli affittuari. Gli ordigni della pesca e altri fatti a lei legati, come la marineria di Marina di Camerota. Un capitolo originale è quello della Chiesa a partire dalla cappelluccia di S. Nicola, poi abbandonata, per passare all’oratorio marchesale e, quindi, alla Chiesa di S. Domenico con tutti i nomi delle maestranze, residenti, che vi hanno lavorato e le spese relative a ciò che fu necessario per la sua difficile edificazione. Non mancano due schizzi del progetto, mai realizzati per motivi finanziari. L’attività protoindustriale legata all’erba spartea occupa un intero capitolo con riferimenti inediti alla lavorazione e alle maestranze con un lungo elenco delle donne coinvolte nel 1859, con dati per la identificazione tratti da altri documenti, sempre inediti. E’ presente anche la reazione antiunitaria del 1862 con l’invasione violenta di Marina, i fatti relativi ed i personaggi coinvolti. Ultimo capitolo tratta del nome “La Perla del Cilento” identificativo di Marina con articolo di riferimento e zincografia propagandistica dell’epoca, segue una relazione descrittiva del villaggio marinaresco del 1857. In appendice gli itinerari turistici per chi vuole conoscere meglio il Basso Cilento.

Questa edizione è limitata e numerata nelle copie.

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