Femminicidio Montecorvino Rovella, la lettera: «Crematemi. Ho perso la testa»

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Femminicidio Montecorvino Rovella, la lettera: «Crematemi. Ho perso la testa»

Una lettera lasciata sul davanzale di casa dei genitori, poche righe in cui ammette di aver “perso la testa” e chiede perdono per il male compiuto. Sono gli ultimi segni lasciati da Christian Persico, 36 anni, muratore, arrestato con l’accusa di aver ucciso la sua ex compagna Assunta “Tina” Sgarbini, 47 anni, madre di tre figli.

Nelle frasi vergate a penna, l’uomo accenna a un presunto tradimento e affida ai familiari indicazioni su funerali e risparmi, quasi come a voler annunciare un suicidio che però non si è mai consumato. Dopo ore di ricerche serrate, i carabinieri lo hanno individuato in località San Pietro: il volto tumefatto, fermo e senza resistenza, è stato caricato in auto e condotto in caserma.

L’interrogatorio e l’accusa

Portato a Battipaglia, Persico ha incontrato l’avvocato Michele Gallo, che lo ha definito «tranquillo e lucido». Il 36enne si è avvalso della facoltà di non rispondere, limitandosi a confermare le proprie generalità. Successivamente è stato trasferito nel carcere di Fuorni, a Salerno, con l’accusa di omicidio volontario.

Le cause della morte

Secondo il primo esame esterno eseguito dalla dottoressa Marina D’Aniello, medico legale incaricato dalla Procura di Salerno, la vittima sarebbe deceduta per asfissia meccanica esterna. Restano da chiarire le modalità esatte: se strangolamento o soffocamento tramite pellicola per alimenti, come ipotizzano gli investigatori. La certezza arriverà solo con l’autopsia, che verrà effettuata nei prossimi giorni all’obitorio di Eboli.

Il rapporto logoro e la lite fatale

La relazione tra i due era iniziata nel 2016 ma si era interrotta da alcuni mesi. Sabato mattina, secondo la ricostruzione degli inquirenti, Persico avrebbe raggiunto Tina nella sua abitazione in via Monsignor Franchini. Tra i due è nato un violento alterco, degenerato in colluttazione, fino al soffocamento della donna. Dopo l’aggressione, l’uomo ha lasciato l’abitazione e poco dopo i genitori hanno trovato la lettera che ha dato il via alle ricerche.

Il dolore delle famiglie e della comunità

A Montecorvino Rovella, intanto, il dolore è profondo. Il padre della vittima, Antonio Sgarbini, ha chiesto giustizia: «Mia figlia è all’obitorio. Non si può accettare che a 47 anni le sia stata tolta la vita dopo tanti sacrifici per i suoi tre figli».

Dal fronte opposto, anche i familiari di Persico si dicono distrutti. Il fratello Valentino, tra le lacrime, ha espresso il suo rammarico: «Chiediamo perdono ai figli di Tina e alla sua famiglia. Noi non sapevamo nulla».

Il sindaco Martino D’Onofrio ha sottolineato che non risultano precedenti denunce né segnalazioni di violenza: «La comunità è scossa, non c’erano avvisaglie di ciò che è accaduto. Siamo vicini ai tre ragazzi rimasti senza la madre e predisporremo, insieme all’Asl, ogni forma di supporto psicologico».

Un femminicidio che lascia attonita un’intera comunità e che riaccende, ancora una volta, il dramma delle donne uccise da chi diceva di amarle.

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