Figlio Vassallo contro Alfieri e Pd: «Via il nome di mio padre dai circoli»

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Figlio Vassallo contro Alfieri e Pd: «Via il nome di mio padre dai circoli»

Il Partito democratico non associ il nome di Angelo Vassallo al partito «cambiando gentilmente anche la denominazione dei circoli a lui dedicati». Lo ha scritto in un lungo post su Facebook Antonio Vassallo, figlio di Angelo, il “sindaco pescatore” di Pollica ucciso in circostanze ancora misteriose il 5 settembre 2010. A nome della sua famiglia, Antonio Vassallo si dice «indignato dall’ascesa al potere di un personaggio discutibile come Francesco Alfieri», ex sindaco di Agropoli e noto alle cronache per l’episodio delle «fritture di pesce» nella campagna elettorale per il sì al referendum costituzionale e per la definizione di politico «che sa fare le clientele come Cristo comanda» che fece di lui il governatore della Campania Vincenzo De Luca.

Alfieri, candidato per il Pd nel collegio uninominale di Agropoli, «ex consigliere provinciale con delega ai lavori pubblici fu coinvolto nel processo ‘ghost roads’, una vicenda che risale al 2008 quando furono stanziati 615mila euro per la realizzazione di una strada che doveva servire al collegamento di due comuni cilentani, Pollica e Casalvelino. In quel periodo mio padre, consigliere provinciale e sindaco di Pollica, si accorse che, seppur le ditte venivano pagate, i lavori erano sempre allo stato di partenza, al punto da far partire delle segnalazioni al presidente della Provincia Villani e allo stesso Alfieri, i quali però non fornirono mai risposte in merito».

«Nonostante ciò – prosegue Vassallo jr. – le richieste da parte di mio padre continuarono a susseguirsi, fino al cambio di guardia che nominò una commissione di esperti, la quale dichiarò che le opere previste non furono mai effettivamente realizzate. Il 16 luglio 2010, il nuovo assessore ai lavori pubblici inviò gli atti in Procura e dopo sei giorni mio padre fu ascoltato dai giudici. Ma fu l’ultimo contributo che potette dare alle indagini, poiché la sera del 5 settembre 2010 fu ucciso».

Nel corso degli anni, aggiunge Antonio Vassallo, «le indagini proseguirono anche in correlazione all’omicidio di mio padre e Alfieri, inquisito, non potette candidarsi nel 2015 alle regionali campane. Egli sostenne la campagna elettorale di Vincenzo De Luca, che fu eletto governatore e tuttavia lo nominò assessore alla pesca e all’agricoltura. Nel settembre 2015, a causa del nostro sistema giudiziario, le indagini ‘ghost roads’ andarono in prescrizione».

Si arriva così a «qualche mese fa» quando, ricorda Antonio Vassallo, «giornali locali preannunciarono la possibilità di una candidatura di Alfieri come esponente Pd alla Camera dei Deputati, supportata vivamente dalla segreteria regionale Pd e dal governatore della Campania Vincenzo De Luca». «Sempre più indignati dall’ascesa al potere di un personaggio discutibile come il succitato e del tutto in disaccordo con la possibilità che egli possa diventare un rappresentante e tutore del nostro territorio – scrive Vassallo – noi familiari ci sentiamo sempre più distanti dalle scelte di questo partito e attraverso questo post chiedo a nome della mia famiglia, di non associare più il nome di mio padre al partito, cambiando gentilmente anche la denominazione dei circoli a lui dedicati con l’augurio che la memoria non venga solo affissa ma praticata tutti i giorni, in maniera tale che possa non ridursi a un inutile nostalgia».

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