I sapori di fine estate del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni

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I sapori di fine estate del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni

Nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, la fine dell’estate è un momento speciale, un periodo in cui la natura e la cultura contadina si intrecciano. I campi, i frutteti e i boschi si tingono di tonalità calde e raccontano storie di antichi mestieri e di una cucina che segue fedelmente il ritmo delle stagioni. È il tempo dei raccolti più dolci, dei lavori collettivi nei piccoli paesi e dei sapori che annunciano il passaggio verso l’autunno, senza aver prima completato la preparazione delle conserve di pomodoro, una tradizione che ancora oggi unisce famiglie e comunità. Ad agosto i pomodori vengono raccolti e trasformati in passata o pelati, conservando tutto il profumo e il gusto intenso dell’estate cilentana.

Il protagonista indiscusso di questo periodo è il Fico Bianco del Cilento. La sua buccia chiara e la polpa ambrata, dolce e profumata, vengono raccolte rigorosamente a mano, uno a uno, per preservarne la delicatezza. Gran parte dei frutti viene destinata all’essiccazione al sole, seguendo tecniche tramandate di generazione in generazione. Nascono così i fichi secchi farciti con mandorle, scorza di limone o finocchietto, piccoli scrigni di sapore che raccontano pazienza, sapienza e passione contadina.

Nel Vallo di Diano, la fine dell’estate è segnata dal colore intenso del peperone di Teggiano, detto sciuscillone. La sua polpa sottile e dolce è perfetta per l’essiccazione. Il peperone si conserva al sole per circa 50 giorni, usando antiche corone di fili, le nzerte. Una volta pronto, può essere utilizzato in diversi modi: sbriciolato diventa polvere dolce o amara per condire pasta e carne, oppure fritto in olio bollente si trasforma nel croccante peperone crusco, da gustare da solo o come topping sulla pizza, esaltando il sapore della cucina locale.

Settembre porta con sé anche il rito antico della vendemmia. Nei filari di Aglianico e Fiano, tra cassette di uva e mani macchiate di mosto, si celebra un momento di convivialità e lavoro condiviso, simbolo della lunga tradizione vitivinicola del Cilento.

Con le prime piogge e l’aria più fresca, i boschi degli Alburni e del Cervati offrono i primi funghi di stagione, tra cui porcini, galletti e ovuli, mentre sulle colline più assolate e lungo la costa maturano i fichi d’India. Le loro pale spinose custodiscono frutti succosi, gialli, arancioni o rossi, da raccogliere con attenzione. Questi frutti possono essere gustati freschi, trasformati in marmellate o liquori tipici come il Nanassino, e rappresentano un alimento sano e nutriente, perfettamente in linea con i principi della dieta mediterranea.

Tutti questi prodotti – frutti, ortaggi e conserve – sono tasselli di un mosaico più grande: la dieta mediterranea, riconosciuta dall’Unesco come patrimonio culturale immateriale. Stagionalità, varietà, semplicità e genuinità sono le parole chiave di questa tradizione, che ogni anno si rinnova.

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