Il nuovo Museo MMMAC a Paestum, la valorizzazione dei “materiali minimi” e il dialogo tra antico e contemporaneo

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Il nuovo Museo MMMAC a Paestum, la valorizzazione dei “materiali minimi” e il dialogo tra antico e contemporaneo

Inaugurata la nuova sede a Paestum, in via Porta Sirena, del MMMAC, Museo Materiali Minimi d’Arte Contemporanea. Per la prima volta è esposto il nucleo centrale dei “materiali minimi” appartenenti alla collezione che per lungo tempo sono stati  in disparte, in attesa. Oggi, come reperti archeologici, vengono riportati alla luce.

Sono definiti da Gillo Dorfles […] Tutte le scorie che lo scrittore strappa al suo poema, tutti i minuti arabeschi che il pittore cancella con le sovrapposte stesure di colore, tutti i ripensamenti poetici, musicali, pittorici, che rimangono lettera morta, sono invece spesso le uniche germinali intuizioni da cui può prendere l’avvio l’opera autentica […]

La finalità principale del MMMAC è quella di promuovere la consapevolezza della vitalità dell’osmosi tra antico e contemporaneo.

A chi ha considerato l’opera “Cavallo di sabbia” di Mimmo Paladino, installata tra i Templi e diventata in breve tempo icona d’arte contemporanea, come un intruso che vìola la sacralità, bisogna far comprendere che essa non è in contrapposizione con l’archeologia ma rappresenta un dispositivo che ha lo scopo di riattivare le energie del luogo. L’opera sconvolge lo sguardo destinando lo spazio a suscitare nuove emozioni.

Siamo a Paestum e non possiamo non ricordare chi, prima di noi, ha proposto di mettere in relazione archeologia e arte contemporanea: Mario Napoli (archeologo e studioso della Magna Grecia, Soprintendente Archeologico nel 1964) che nel 1970 commissionò a Carlo Alfano, artista napoletano di fama internazionale, un’opera che potesse dialogare con la Tomba del Tuffatore rinvenuta nel 1968 dopo una campagna di scavi da lui diretta.

Alfano realizzò l’opera di riflessione facendola rientrare nel ciclo Tempi Prospettici, è esposta nel giardino sul retro del Museo Archeologico, a diretto contatto (separata solo da un’ampia vetrata) con il Tuffatore che, riflesso nelle colonne e con il riverbero dell’acqua, elementi principali del lavoro artistico, non è più forma statica ma vibrante.

Da questa prima, non facile, intuizione è trascorso troppo tempo. È nel 1998 che il MMMAC propone una mostra a cura di Gillo Dorfles sul Tuffatore, nella quale gli artisti hanno reinterpretato, ognuno secondo il proprio stile, l’conica immagine di Paestum. Strizzando l’occhio e tendendo una mano a chi, immerso nell’archeologia, volesse rivolgere lo sguardo al panorama artistico contemporaneo.

L’intera mostra sarà visibile nella nuova sede del Museo MMMAC, un edificio rurale che risulta già costruito verso la metà del 1700 e riprodotto in uno dei più celebri quadri di Paestum di Antonio Joli e datato al 1759. Restaurato in maniera conservativa, è decisamente un luogo di grande suggestione e interesse.

Ad accogliere i visitatori ci sarà “Mr Nettuno” di Marco Lodola, una scultura luminosa realizzata per il MMMAC nel 2005.

All’interno un’ampia collezione di materiali minimi (bozzetti) di artisti di fama internazionale come Basquiat, Botta, Tadini, Tresoldi, Borondo, Spriggs, Du Pasquier, Gilardi, Eielson, Nauman, Tatafiore, Rosenquist, Schifano e tanti altri. Inoltre serigrafie di Alberto Burri, Emilio Vedova e Carol Rama.

E poi lui: un dormiente di Mimmo Paladino, dal colore caldo e ambrato della sabbia come quella del Cavallo che ci osserva dai vicini Templi, che riposa e forse sogna mondi senza confini di tempo.

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