Il Tar di Salerno dà ragione alla Sarim e annulla il bando di gara per la gestione dei rifiuti nel Comune di Castellabate

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Il Tar di Salerno dà ragione alla Sarim e annulla il bando di gara per la gestione dei rifiuti nel Comune di Castellabate

Il Tar di Salerno ha accolto il ricorso sul Bando di gara per la gestione del servizio integrato dei rifiuti e dello spazzamento nel comune di Castellabate presentato dalla Sarim, un’azienda salernitana specializzata nella gestione dei rifiuti, contro il Comune di Castellabate e la Centrale Unica di Committenza tra i Comuni di Cava de’ Tirreni, Castellabate e Roccapiemonte.

La società ha impugnato il bando e gli atti correlati all’affidamento del servizio, sostenendo che le disposizioni in essi contenute avrebbero creato condizioni economicamente svantaggiose per gli operatori e alterato la concorrenza.

L’azienda ha evidenziato tre anomalie: la sottovalutazione dei costi del personale e dei veicoli, nonché il costo annuale delle attrezzature da installare presso il centro comunale di raccolta. Di conseguenza, il Collegio giudicante ha nominato un verificatore per accertare se i costi fossero stati sottostimati a tal punto da impedire agli operatori di formulare un’offerta economicamente sostenibile.

Alla fine, i giudici amministrativi hanno ritenuto fondate le obiezioni sollevate dalla Sarim, definendo le regole di partecipazione al bando “irragionevoli” e incapaci di consentire la presentazione di un’offerta congrua ed economicamente sostenibile. Dalla relazione del verificatore è emerso che il Comune di Castellabate ha sottostimato i costi di oltre 1 milione di euro rispetto ai circa 12 milioni previsti come base d’asta.

Il Collegio giudicante ha sottolineato che l’amministrazione non ha il “potere di scelta illimitata dell’offerta”, poiché i criteri devono prevedere uno scenario possibile e sostenibile dal punto di vista tecnico ed economico, come stabilito dall’articolo 95 del decreto legislativo n. 50/2016. Il Tar ha accolto il ricorso della Sarim e ha condannato il Comune a pagare le spese legali a favore dell’azienda, fissate in 3.000 euro, e le spese a favore del verificatore del Collegio giudicante per un importo complessivo di 5.000 euro. Il Comune dovrà ora rivedere il bando, mentre la Sarim continua a gestire il servizio in via di proroga.

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