I Dub All Sense ci raccontano dell’Unità D’Italia, di Sud e di Angelo Vassallo

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I Dub All Sense ci raccontano dell’Unità D’Italia, di Sud e di Angelo Vassallo

Dopo la pubblicazione di “Goodbye Riot Pt.2” sul tema dell’Unità D’Italia vista da un punto di vista “alternativo” (il testo è “Caro Nord” di Giuseppe Quartucci) il Giornale Del Cilento ha intervistato la band Dub partenopea che ha risposto alle nostre domande su musica, politica, attualità e storia.

D: Quanto vi sentite italiani e qual è la vostra posizione nei confronti dell’unificazione italiana?
R: Più che cittadini Italiani, ci piace molto di più considerarci cittadini del mondo! Il nostro pensiero non è di divisione, ma di unione. Quando si parlava nel lontano 2001 di globalizzazione non eravamo contro, ma quella che volevano i “padroni” erano una globalizzazione per pochi che favoriva solo i paesi e le aziende ricche. Non era una globalizzazione di tutti e i risultati li stiamo vedendo oggi sulla nostra pelle.
Purtroppo questa falsa unificazione è un dato di fatto ed una “truffa”. Ci sono troppe persone ancora che rifiutano la verità, e si convincono che questa Italia è stata fondata sull’onore e sull’orgoglio nazionale, invece la vera storia ci parla di tutt’altro, ci parla di una classe sociale di nobili del Nord, che ritrovandosi in una situazione economica molto grave, decise di invadere la nostra terra e di derubarci di tutto ciò che avevamo costruito. Se oggi il Meridione è considerato degradato (malasanità, delinquenza, disoccupazione, inquinamento, etc) è proprio grazie a chi oggi ci comanda in parlamento, gli stessi che ci criticano e ci considerano il male dell’Italia. Il vero male di quest’Italia sono stati i loro antenati. Tutto questo per dire che se dovevamo veramente unire quest’Italia potevamo farlo in un modo diverso, più civile e ragionevole. Di sicuro oggi c’è tanta rabbia, per 150 anni ci hanno nascosto la verità, ma oggi questo strumento chiamato internet permette in un modo più rapido di far arrivare informazioni e verità storiche che prima di sicuro era più facile nascondere.

D: Una domanda d’attualità: come vi ponete di fronte alla questione del nucleare?
R: Ci mancherebbe solo questo! L’unico nostro pensiero dopo aver letto la notizia di una possibile centrale nucleare qui da noi è stata unanime: vogliono eliminarci definitivamente! Forse stiamo assistendo ad uno sterminio creato dall’uomo che non ha eguali, a confronto la terza guerra mondiale e la guerra fredda sono sciocchezze!!! Il nucleare non porterà a nulla di buono, se non ad un futuro disastroso che già stiamo vivendo.

D: Novità sul disco?
R: Il disco è in lavorazione, siamo arrivati quasi alla fine di tutto il lavoro. Questo nuovo album vuole proprio dimostrare che oltre tutto siamo cittadini di un Mondo troppo grande per considerarci legati soltanto ad un piccolo pezzo di terra, ce lo insegnava Che Guevara, lui Argentino, rivoluzionario a Cuba, in Congo e in Bolivia. Su Youtube si possono già trovare delle anteprime. L’album si chiamerà “Goodbye Riot”, nome che abbiamo scelto per denunciare un po’ la poca rabbia di un’Italia che si ritrova in un periodo molto peggiore rispetto agli anni 70 o agli inizi del 2000, eppure lì c’era molta più rabbia. Dov’è finita quella rabbia oggi che ne abbiamo bisogno? È un disco dedicato anche a tutto ciò che sta accadendo nel mondo, dalle rivolte del Nord Africa, alla situazione di precarietà del Sudamerica. Sarà un album pieno zeppo di collaborazioni, il tutto miscelato in studio dalle sapienti e geniali mani di Neil Perch (Zion Train). Ci teniamo parecchio a questo secondo lavoro, ogni album per noi è come scrivere una pagine di un diario di vita, di esperienze, di crescita. A maggio ci sarà l’uscita del secondo singolo dopo “Maya Song” uscito i primi di dicembre. Questo secondo singolo vedrà la realizzazione di un vinile 7″ inch sempre in collaborazione con la DeepRot Universal Egg di Neil Perch.

D: La legalità, la giustizia sembrano mete lontane per l’Italia. Si muore alla ricerca di queste, come forse è morto Angelo Vassallo, sindaco di Acciaroli assassinato nel settembre del 2011. Qual è la vostra opinione riguardo certi episodi collegabili anche allo sviluppo sociopolitico della nazione?
R: Ricostruendo la storia di questo paese e sapere come e con quali mezzi è stato fondato, c’è poco da stupirsi. Forse (e dico forse per dare ancora una speranza a questo paese) la legalità e la giustizia non fanno parte della cultura Italiana, non ne fanno parte perché le fondamenta sono state messe sull’illegalità e sulla menzogna. Ma non vogliamo essere troppo pessimisti, perché questo è anche il paese di Peppino Impastato, di Giancarlo Siani, dei manifestati di Portella della Ginestra,di Sacco e Vanzetti, di giovani come Auro Bruni e Carlo Giuliani che hanno perso la vita solo perché credevano in un mondo migliore e ovviamente l’ultimo nostro eroe Angelo Vassallo. Alzare la testa e non avere più paura di dire la verità, è un dovere e per noi che ci crediamo nel cambiamento la verità è sopratutto un piacere. Il piacere di credere ancora in un futuro sociopolitico dignitoso per tutti senza più segreti, morti e precarietà.

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