L’omicidio-suicidio tra disagio e disperazione. L’intervista all’avvocato Benedetta Sirignano

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L’omicidio-suicidio tra disagio e disperazione. L’intervista all’avvocato Benedetta Sirignano

Sugli ultimi fatti di cronaca avvenuti a San Mango Piemonte – che hanno visto l’assassinio della moglie per mano del coniuge ed il suicidio di quest’ultimo, che si è impiccato poco dopo averla accoltellata – abbiamo voluto approfondire il caso attraverso il parere autorevole dell’avvocato Benedetta Sirignano, nota penalista ed esperta in scienze forensi.

Avvocato Sirignano, il fenomeno dell’omicidio-suicidio è legato ad una malattia mentale?
Nella maggior parte dei casi l’omicidio-suicidio è epifenomeno di disagio mentale. Sovente, è legato a fenomeni depressivi, di disperazione associata ad una aspettativa negativa per il futuro e la convinzione di non poter esser aiutati.

Per quale motivo all’omicidio, si innesca anche il suicidio?
Si tratta di una morte doppia, stampata su due facce della stessa medaglia, intrecciata da un’unica matrice. Coloro che con l’omicidio si privano di un forte legame affettivo, possono decidere di suicidarsi proprio a causa di questa perdita. Il suicidio postumo all’omicidio, paradossalmente è indice del legame tra offender e vittima.

Cosa attraversa la mente di un omicida-suicida?
Spesso il coniuge non accetta la separazione. “Se non potrò averti più, non ti avrà nessuno altro.” Eppure, l’uccisione della propria “amata” comporta un elevato grado di sofferenza. Il suicidio è la via di fuga per non provare questo dolore.

È possibile prevedere in qualche modo un omicidio-suicidio?
I segnali ci sono, ma è difficile riconoscerli e quasi sempre chi è vicino a questi soggetti non ha la competenza per individuarli. La prevenzione è complessa, oltre che poco contemplata. Di questo fenomeno se ne parla ancora poco. Ahimè, prevedo se ne parlerà di frequente nei prossimi dieci anni.

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