Mastrogiovanni, infermieri colpevoli. I giudici: «Non hanno vigilato»

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Mastrogiovanni, infermieri colpevoli. I giudici: «Non hanno vigilato»

«La pratica della contenzione fisica sanitaria non solo non trova fondamento costituzionale, ma non riceve riconoscimento esplicito nemmeno a livello di legislazione ordinaria». E’ quanto si apprende nelle motivazioni della sentenza con cui la Corte d’Appello ha condannato medici e infermieri per la morte di Franco Mastrogiovanni, il maestro deceduto nel reparto di Psichiatria dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania dopo circa 83 ore rimasto legato al letto. Quell’omone di 58 anni, così «buono e dolce», non avrebbe mangiato e bevuto per più di tre giorni. La Corte, presieduta da Michelangelo Russo, parla di «una contenzione disumana». Non si è trattato, dunque, di «protezione del paziente» e nemmeno di una «prassi da rispettare per carenze di personale e volontà organizzative». Nessuno dei medici avrebbe notato tutto l’iter adottato dai colleghi nella cartella clinica. Per i giudici, questo indizio, concretizza anche il reato di falso. «Avrebbero dovuto riferirlo al medico – si legge nelle motivazioni della condanna – chiedergli conto dell’effettiva necessità della contenzione, sollecitare la liberazione» e invece «tutti si sono uniformati a una prassi penalmente illecita» e «hanno dato un contributo materiale consapevole alla privazione della libertà personale, senza esercitare il potere/dovere di rifiutarsi». Secondo la Corte, quindi, sono tutti responsabili della morte del maestro di Castelnuovo Cilento, spirato per un edema polmonare. 

Il dispositivo letto in aula nel novembre dello scorso anno

La sentenza di Appello del novembre dello scorso anno dimezzò da 4 a 2 anni la pena per il medico Rocco Barone (che aveva disposto la contenzione di Mastrogiovanni) e il collega Raffaele Basso, condanna a 1 anno e 11 mesi il primario Michele Di Genio (erano 3 anni e 5 mesi in primo grado), a 1 anno e 10 mesi i medici Amerigo Mazza e Anna Angela Ruberto (3 anni in orimo grado) e a 1 anno e 1 mese il medico Michele Della Pepa (3 anni in primo grado), che non rispondeva del decesso ma solo del sequestro di persona e del falso in cartella clinica. Condannati inoltre a 1 anno e due mesi gli infermieri Antonio De Vita, Maria Cirillo D’Agostino, Antonio Tardio, Massimo Minghetti, Carmela Cortazzo e Raffaele Russo. Pena di 1 anno e 3 mesi per altri cinque infermieri, che rispondevano di sequestro di persona anche nei confronti di Giuseppe Mancoletti, compagno di stanza di Mastrogiovanni: Giuseppe Forino, Nicola Oricchio, Antonio Luongo, Alfredo Gaudio e Marco Scarano. 

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