Morte dopo una terapia antibiotica: tre sanitari a processo

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Morte dopo una terapia antibiotica: tre sanitari a processo

Si aprirà in tribunale il processo a carico di due medici e un’infermiera di un centro di riabilitazione del salernitano, chiamati a rispondere dell’accusa di omicidio colposo in relazione al decesso di un uomo di 76 anni di Castel San Giorgio.

La vicenda risale al 12 ottobre 2018, quando il paziente, identificato con le iniziali B.A., morì in seguito a uno choc anafilattico insorto poco dopo la somministrazione di un antibiotico. Secondo le indagini, al 76enne sarebbe stato iniettato un farmaco a base di Gladizim, nonostante nella cartella clinica fosse segnalata un’allergia agli antibiotici e al ferro.

Gli imputati sono il responsabile della struttura, il medico neurologo che prescrisse la terapia e l’infermiera che effettuò l’iniezione. Per l’accusa, avrebbero agito con negligenza e imprudenza nel non valutare adeguatamente i rischi connessi alla terapia. L’autopsia, disposta dalla procura, ha rilevato come la reazione allergica fosse una probabile concausa del decesso.

La vicenda giudiziaria è giunta a processo dopo che il gip, rigettando per due volte la richiesta di archiviazione, ha disposto l’imputazione coatta ritenendo che fosse necessario un approfondimento in aula: «sarebbe servita maggiore prudenza nell’individuazione dell’antibiotico», ha scritto nelle motivazioni.

Il 76enne, che in passato aveva superato un ictus, era ricoverato nella clinica di Roccapiemonte per seguire un percorso di riabilitazione motoria dopo le dimissioni dall’ospedale di Nocera. La sua famiglia, che ne attendeva il rientro a casa, ha presentato denuncia per chiarire le circostanze della morte. Inutili furono i soccorsi del 118, giunto sul posto per tentare la rianimazione.

Ora la parola passa al tribunale, che dovrà stabilire eventuali responsabilità.

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