Il Cilento insegna al mondo come si fa per vivere 100 anni: auguri nonno Alfonso

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Il Cilento insegna al mondo come si fa per vivere 100 anni: auguri nonno Alfonso

A quanto pare l’ipotesi che nel Cilento esista ‘l’elisir di lunga vita’ ottiene sempre maggiore certezza. L’aria fresca e pulita, la verdura e la frutta dal campo alla tavola così come le buone abitudini di muoversi a piedi sono solo alcuni dei tanti apparenti segreti resi pubblici dai nonni cilentani per sfidare la caducità della vita. Nella sempre più famosa nomea di centenari rientra da ieri anche il nome di Alfonso Falcione. Era il 21 aprile del 1916 e mentre francesi infierivano sugli stremati eserciti nella battaglia di Verdun e i britannici contrattaccavano in Belgio riprendono il controllo delle posizioni tra Langemark e Ypres, a Sessa Cilento nasceva Alfonso.

Fin dalla tenera età il nostro caro centenario lavora come calzolaio. Si sposa all’età di 20 anni con Elia Angiolina, deceduta 6 anni fa. Alfonso ha ben 5 figli: Mario, Antonio, Carmela, Maria e Immacolata. Se c’è una cosa che non ha mai perso in questi 100 lunghi anni è il sorriso e la vivacità. Basti pensare al fatto che fino a qualche anno fa partecipava attivamente alla confraternita di ‘Valle Cilento” e a quella di ‘Santa Lucia’, per non parlare di quanto fosse appassionato alle sfilate del carnevale Felittopianese. «Tutt’ora – ci racconta la nipote Maria –  è un nonno arzillo, segue le notizie al telegiornale, ama la compagnia e si interessa alla politica». E infatti Alfonso ha già affermato che parteciperà alle prossime elezioni comunali. Domani, nipoti e parenti gli hanno organizzato una festa con ben 200 invitati. Ma è stato lui stesso ad esprimere la partecipazione di tutta questa gente. «Vuole che la compagnia lo segua in questo suo traguardo», ci spiega Maria.

Uno degli aspetti più incredibili è che fino a 2 anni fa, il nostro caro Alfonso, lavorava ancora la terra e quando gli si chiede quale possa mai essere il famoso segreto per vivere così a lungo risponde che nonostante il tanto lavoro, la crisi e la guerra che ha visto con i suoi occhi non ha mai rinunciato alle cose belle della vita, che non erano fatte di grandi cose ma di piccole cose: le feste di paese, la buona compagnia, la famiglia, gli amici. Alfonso racconta che prima tante comodità non c’erano ma si viveva bene comunque, spiega che «anche l’aria era buona si respirava e si mangiava genuinità». Ma Alfonso in così tanti anni ne ha raccolte veramente tante di emozioni, sia belle che brutte e con alcuni compagni ricorda spesso le avventure passate insieme e non può che commuoversi mentre sorride alla vita. 

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