Previsti 5 siti di trattamento rifiuti in provincia di Salerno: a Salerno, Battipaglia, Buccino, Mercato San Severino, Palomonte

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Previsti 5 siti di trattamento rifiuti in provincia di Salerno: a Salerno, Battipaglia, Buccino, Mercato San Severino, Palomonte

Nell’immagine sono indicati i punti in cui dovrebbero sorgere i siti di trattamento rifiuti 

Ciò è quanto emerge dalla sintesi della nuova proposta del piano di gestione dei rifiuti solidi urbani (PGRSU). Il piano evidenzia come la provincia di Salerno sia sprovvista dal 2009 di una propria discarica, escluse quelle abusive,  come quelle di Camerota e Capaccio che sono state scoperte la scorsa settimana. Delle 6 discariche presenti in regione, l’unica ubicata nella provincia di Salerno, a Serre, è chiusa. Se parliamo di termovalorizzatori, l’unico in funzione della regione è quello di Acerra, completato solo nel 2010 ma c’è in progetto la costruzione di altri 3 impianti. La regione, a tal proposito ha individuato la necessità impiantistica di termovalorizzazione per una potenzialità pari a 1.364.000 t/a. Per quanto riguarda la provincia di Salerno è in programma la costruzione di un termovalorizzatore nella Piana di Sardone del comune di Salerno. Le potenzialità di smaltimento di tale termovalorizzatore saranno di 300.000 t/a. Le procedure di gara sono già iniziate lo scorso novembre e i lavori dovrebbero iniziare il prossimo mese di luglio. Entro la fine del 2014 il termovalorizzatore dovrebbe funzionare a pieno regime. L’impianto di Salerno sarà dedicato al trattamento dei rifiuti residuali prodotti dalla provincia di Salerno.

Per quanto riguarda i dati sui rifiuti, la situazione che ne emerge è abbastanz preoccupante . In regione sono stati prodotti, nell’anno 2009, 2.723.326 tonnellate/anno, di cui 458.547 t/a per quanto riguarda la sola provincia di Salerno. Dalla sintesi del PGRRU emerge che:  “Con le discariche esistenti non si supera lo smaltimento di 1.400.000 t/a e sulla base delle avvertenze contenute nel PGRRU potrebbe essere addirittura dimezzata, non è comunque neanche sufficiente alla gestione corretta dei rifiuti per il solo 2011 e quindi non consente di superare il periodo transitorio di perlomeno 36 mesi necessario all’attivazione dei termovalorizzatori di maggiore potenzialità di Napoli Est e Salerno”. Quindi gli impianti della Campania non riescono a smaltire nemmeno la metà dei rifiuti prodotti dalla stessa regione, considerando che nei 1.400.000 t/a di smaltimento si annoverano anche i dati della discarica di Serre, che è in disuso, oltre a considerare che i dati delle altre discariche sono sovrastimati. Le previsioni, quindi, sono scoraggianti e la regione Campania ha previsto 4 metodologie di smaltimento rifiuti: “1. Massimo utilizzo delle opzioni di trasferimento dei rifiuti, sia umidi che secchi trito-vagliati, fuori regione e fuori nazione; 2. Aumento del 15% della volumetria delle discariche disponibili; 3. Attivazione estensiva di quanto previsto dalla Legge 1/2011 per l’impiego della frazione stabilizzata in uscita dagli attuali STIR per copertura giornaliera di discariche e ripristino ambientale di cave dismesse; 4. Realizzazione URGENTE di nuove discariche”. La soluzione più rapida è la prima, cioè il trasferimento dei rifiuti, ma non può essere attuata per tutto il periodo transitorio. Per questo motivo sarà la prima ad essere avviata, in attesa che si avviino le soluzioni 2 e 3, più lente a partire ma più facilmente sfruttabili. A questi dati si aggiungono le stime dei costi dello smaltimento rifiuti per la regione Campania. Per un anno si prospetta una spesa di quasi un miliardo di euro, precisamente 826.971.726. Oltre il 73% di questa cifra risulta derivare dalla raccolta differenziata. Si legge che “Questo impone di pianificare una riduzione dei costi da ottenere attraverso: la riduzione della produzione dei rifiuti; l’incentivazione dell’uso massiccio dei centri di raccolta; un più diffuso utilizzo di un sistema di raccolta minimale”.

Nell’immagine i vincoli cogenti per gli impianti industriali da cui sono stati ricavati i siti ASI. le zone rosse non sono idonee per la localizzazione di siti di trattamento rifiuti

Il PGRSU contempla i criteri per la localizzazione di nuovi impianti e discariche senza complicazioni ambientali. “Per poter creare una discarica bisogna che il terreno sia impermeabile ed eventuali ipotesi localizzative di discariche in siti non naturalmente conformi alla Direttiva 99/31/CE non dovrebbero nemmeno essere avanzate, pena ritrovarsi, decenni dopo la dismissione dell’impianto, a doversi porre enormi problemi di danni alla salute dei cittadini, come nel caso emblematico della discarica di Pianura. Se la discarica fosse stata realizzata in argille anziché nel complesso ceneritico e tufaceo (cioè non a Pianura) gli inquinanti non si sarebbero mai trasferiti in falda determinando la grave situazione che ancora oggi si sta studiando e alla quale si cercherà in qualche maniera di porre rimedio”. 

A questo segue che gli impianti di gestione rifiuti, non le discariche, saranno localizzate in aree a forte connotazione e vocazione industriale. In base a ciò il PGRSU ha disposto una serie di classi ASI (cioè suoli immediatamente disponibili per l’implementazione di impianti nuovi ed aree che mostrano tale disponibilità solamente in un tempo medio-lungo). Le classi vanno dalla 1, con i siti più idonei per gli impianti di trattamento di rifiuti, alla IV meno idonei. All’interno della provincia di Salerno sono presenti 5 siti: uno in prima classe, ricadente nel comune di Salerno e 4 in terza classe, che sono a Battipaglia, Buccino, Mercato San Severino e Palomonte. A questi interventi si aggiungerà un’autorità di vigilanza dei servizi di gestione dei rifiuti che monitorerà la gestione dei rifiuti in Campania.

Nell’immagine i vincoli cogenti per discariche rifiuti non pericolosi. Nelle zone rosse non è possibile costruire discariche

Dalle cartine pubblicate sulla sintesi del PGRSU nessuna area del Cilento può ospitare una discarica o un impianto di gestione rifiuti, comprese quelle non sottoposte a vincolo paesaggistico,  per via della scarsa impermeabilità del terreno. La collocazione di una discarica nel territorio cilentano comprometterebbe lo stato delle falde acquifere. Da ciò le preoccupazioni che possono sorgere in seguito alla scoperta della discarica abusiva sita a Marina di Camerota.

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