Presidio a Roma per salvare il Punto Nascita di Sapri: «La salute non si taglia»
| di Luigi Martino
Delegazioni istituzionali, rappresentanti politici, comitati civici e associazioni del Golfo di Policastro si sono ritrovati questa mattina davanti al Ministero della Salute per ribadire un fermo “no” alla chiusura del Punto Nascita dell’ospedale dell’Immacolata di Sapri.
Un presidio composto da volti noti del territorio, tra cui il sindaco di Sapri Antonio Gentile, il consigliere provinciale Pasquale Sorrentino, esponenti della CGIL e della Camera del Lavoro di Sapri, uniti da un obiettivo comune: salvaguardare un servizio essenziale per le comunità dell’area sud della provincia di Salerno e dei territori confinanti.
«Il diritto alla salute non può essere ridotto a numeri e tabelle – hanno affermato i promotori – La chiusura del Punto Nascita obbligherebbe le donne a percorrere decine di chilometri per partorire, con rischi clinici e umani gravi e inaccettabili».
Il messaggio lanciato al Ministero è chiaro: “Insieme, per Sapri. Insieme, per la salute”. Un appello forte a mantenere attivi i servizi sanitari nelle aree interne, troppo spesso penalizzate da logiche di razionalizzazione che non tengono conto delle specificità territoriali.
I partecipanti chiedono un impegno concreto da parte del Governo: non solo per evitare la chiusura, ma per rafforzare l’offerta sanitaria pubblica in un’area considerata strategica per l’intero comprensorio del basso Cilento e del Golfo di Policastro.
La mobilitazione – assicurano i promotori – non si ferma qui. Il presidio di Roma rappresenta solo l’inizio di un percorso di lotta civile e istituzionale per difendere un diritto fondamentale: quello di nascere e curarsi vicino casa.
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