Roccadaspide, ospedale «martoriato» dall’atto aziendale Asl. Auricchio: «E’ spartizione partitica»

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Roccadaspide, ospedale «martoriato» dall’atto aziendale Asl. Auricchio: «E’ spartizione partitica»

Dopo la pubblicazione dell’atto aziendale dell’Asl Salerno le polemiche si sono fatte subito sentire specialmente da parte di Sapri, dove il sindaco Giuseppe del Medico ha prontamente organizzato un tavolo di sanità permanente per far fronte alle decisioni prese nel piano ospedaliero e Roccadaspide, che dallo scorso aprile prova la controffensiva attraverso comunicati stampa, convocazione di sindaci e ricorsi al Tar. Secondo il piano ospedaliero, confermato dall’atto aziendale,  Roccadaspide per la sua posizione logistica è configurato come punto di accesso in deroga in zona particolarmente disagiata, dotato di 20 posti letto. Diminuiti, quindi, i posti letto da 70 a 20. Il presidio, inoltre, perderà reparti di cardiologia, ortopedia e chirurgia. «Coscioni ha detto che il Cilento è stato tutelato con questo nuovo piano ospedaliero. Parla di un occhio di riguardo al Cilento. Di Roccadaspide spiega che non ci sia pericolo di ‘allarme’», dice il vice sindaco di Roccadaspide, Girolamo Auricchio dopo aver preso contatti con Coscioni, consigliere del presidente De Luca con delega alla Sanità. «Io a Coscioni dico che lui il Cilento non lo conosce, forse conosce il Cilento da Agropoli a Sapri. L’ho invitato già a venire più volte nel nostro territorio che è Cilento ma è anche Vallo del Calore, Alburni e parte dell’Alento. Zona completamente montana con viabilità vergognosa, anche se sto usando un diminutivo. Gran parte delle strade sono chiuse con ordinanza provinciale. L’ho invitato anche a vedere l’operosità dell’ospedale. E stato un po’ in tutti gli ospedali ma a Roccadaspide forse vi è un’allergia. – continua Auricchio – Dice che le mie preoccupazioni sono infondate. Quando questo signore dice che nessun ospedale sarebbe stato chiuso allora mi spieghi come mai un ospedale con 70 posti letto come il nostro con occupazione media del 94% deve chiudere la cardiologia Utic diretta da Rotunno, un medico che sta facendo la storia della cardiologia con il progetto ‘Cardiopain’. Chiudere anche ortopedia…Poi parla di potenziare gli ambulatori, ma se quelli dei distretti sono tutti chiusi, cioè specialisti non ce ne sono».

Decreto ministeriale 70/2015 «Gradirei sapere dalla regione, e l’ho chiesto, i parametri e le indicazioni, su quali indirizzi di base si potenziano e depotenziano gli ospedali, perché se mi dimostra che Roccadaspide non ha i requisiti allora sono il primo a dire di dover chiudere. – aggiunge il vicesindaco – Però quando vedo altri territori con un bacino di utenza più piccolo e  che sono stati privilegiati con allora c’è da ribellarsi. Il distretto di Roccadaspide è uno dei pochissimi della regione, se non l’unico,  ad avere tutti i requisiti per il funzionamento. La sede di certificazione lo dimostra combaciando con i regolamenti proposti dal decreto ministeriale 70/2015. Ospedali con sale operatorie non idonee, impiantistica non poco funzionante, carente e senza i dovuti requisiti, il che è una violazione del decreto citato poc’anzi, perché questo prevede che vadano controllate e rispettate queste istanze. Mi sa tanto di spartizione partitica». 

Algoritmo della popolazione «Sotto il distretto, ufficialmente, ricadono 22 Comuni. – continua Auricchio – Su un territorio di quasi 800 chilometri quadrati, cioè una popolazione sparsa impressionate. Non come Salerno o Napoli che sono concentri in 20 chilometri quadrati. In più c’è da riflettere anche sul fatto che abbiamo un’alta componente di persone anziane. Non capisco se è davvero questo, cioè il livello di urbanizzazione, che di fatto non è facilmente rintracciabile nel nostro territorio, il metro di misura delle disposizioni del piano ospedaliero. Distribuzioni per niente uniformi. – conclude – Un esempio: Sapri ha 45mila abitanti, Roccadaspide, contando il bacino di utenza ne ha 57mila, ma noi abbiamo 20 posti, Sapri ne ha 114. E allora qual è la proporzione? Se 45mila abitanti hanno bisogno di 114 posti letto, perché quelli dell’entro terra con 11mila abitanti in più hanno bisogno di solo 20 posti e nemmeno la cardiologia, l’ortopedia e chirurgia?». 

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