Salernitana, la protesta si fa satira: in città volantini con i volti della proprietà sotto un tendone da circo
| di Luigi Martino
Salerno si è svegliata con i muri tappezzati da volantini che hanno immediatamente catturato l’attenzione dei cittadini e dei tifosi granata. L’immagine, firmata da ignoti, ritrae il nuovo presidente Maurizio Milan, l’ex presidente oggi nel cda Danilo Iervolino e l’amministratore delegato Umberto Pagano con un naso da pagliacci, sotto un tendone da circo. In alto campeggia una scritta che non lascia spazio a interpretazioni: “Il grande circo Iervolino”.
Un gesto che fotografa il clima di esasperazione che si respira a Salerno dopo due stagioni disastrose, culminate con altrettante retrocessioni: dalla Serie A alla Serie C nel giro di appena due anni. La sconfitta ai calci di rigore in Coppa Italia di Lega Pro contro il Sorrento, all’esordio ufficiale della nuova stagione, ha riacceso la contestazione di una piazza che ormai da mesi non risparmia critiche alla gestione societaria.
Le tensioni non riguardano solo l’aspetto sportivo. A far discutere sono state anche le dichiarazioni a caldo di Milan e Pagano, rilasciate subito dopo il ko con il Sorrento, in una sorta di conferenza improvvisata all’esterno dello stadio. Un intervento giudicato inopportuno da gran parte della tifoseria e dagli addetti ai lavori, con l’accusa di aver “scaricato” responsabilità sull’area tecnica, invece di assumersi il peso delle scelte societarie che hanno condotto il club al tracollo.
L’episodio dei volantini si inserisce dunque in un contesto già segnato da malumori profondi: la città chiede rispetto, chiarezza e soprattutto un cambio di rotta. “Oggi i tifosi meritano altro” è il ritornello che rimbalza tra i sostenitori granata, convinti che la Salernitana abbia bisogno di recuperare credibilità, dentro e fuori dal campo.
Dopo due stagioni da dimenticare, la squadra e la società si trovano di fronte a un bivio: archiviare le polemiche e restituire dignità a un club storico, oppure alimentare ulteriormente un clima di sfiducia che rischia di trasformarsi in rottura definitiva con la piazza.
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