Sciopero generale di 24 ore: trasporti e scuola si fermano per la Palestina
| di Luigi Martino
Giornata di mobilitazione nazionale oggi, lunedì 22 settembre, con lo sciopero proclamato da diverse sigle sindacali autonome – Usb, Adl Cobas e Cub – in segno di protesta contro l’intervento militare israeliano a Gaza City. La protesta coinvolge tutti i settori, dalla scuola ai trasporti, con oltre sessanta manifestazioni programmate in città grandi e piccole.
Treni e ferrovie
Nel comparto ferroviario l’astensione dal lavoro è scattata alla mezzanotte e proseguirà fino alle 23. A fermarsi sono i dipendenti del Gruppo FS, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord, fatta eccezione per il personale di Trenitalia Calabria. I treni potranno subire cancellazioni e ritardi, con fasce orarie garantite solo per i convogli regionali: dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21.
Trenitalia ha inoltre comunicato che i viaggiatori possono chiedere il rimborso dei biglietti o riprogrammare il viaggio “a condizioni simili, compatibilmente con la disponibilità dei posti”.
Trasporto pubblico locale
Lo sciopero riguarda anche bus, metro, tram e trasporto marittimo, con modalità che variano da città a città. A Roma il servizio è garantito fino alle 8.29 e poi dalle 17 alle 20, mentre a Milano Atm assicurerà la circolazione di metropolitane e mezzi di superficie fino alle 8.45 e nella fascia pomeridiana dalle 15 alle 18.
Diversa la situazione per il trasporto aereo, che non aderisce alla protesta, così come i taxi: ItTaxi e Uri hanno confermato la regolare operatività in tutte le città italiane.
Scuola
Il settore scolastico è interessato da due diverse agitazioni: oltre allo sciopero generale indetto dalla Usb, che riguarda indistintamente lavoratori pubblici e privati, si aggiunge quello proclamato da Conf.S.a.i., Cisl e Conalpe. In questo caso a incrociare le braccia saranno docenti, personale Ata, educatori degli asili nido e insegnanti delle scuole comunali e private.
Le ragioni della mobilitazione
Alla base della protesta, spiegano i sindacati, c’è la volontà di manifestare “contro il genocidio in Palestina, la fornitura di armi a Israele e l’assenza di prese di posizione concrete per fermare i crimini perpetrati dal governo israeliano”. Le sigle promotrici chiedono inoltre sanzioni economiche e la sospensione delle relazioni diplomatiche e commerciali con Israele.
Un passaggio centrale della piattaforma riguarda anche il sostegno alla Global Sumud Flotilla, la missione che mira a portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese.
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