Sparatoria Centola, ignoti di notte a casa del 58enne che ha ucciso il ladro albanese
| di Luigi Martino
Hanno atteso che calasse il buio, si sono avvicinati con cautela e hanno forzato un balcone dell’abitazione. Non per rubare, ma per guardare dentro. Per capire se in quella casa ci fosse ancora qualcuno, forse l’uomo che pochi giorni fa ha sparato e ucciso Rivaldo Rusi, 25 anni, durante un tentato furto. Poi sono andati via, lasciando dietro di sé solo una traccia evidente della loro presenza: segni di manomissione e soprattutto un messaggio inquietante. È accaduto a Foria di Centola, in via Carpine, la notte successiva al trasferimento in una località protetta di Aurelio Valiante e della sua famiglia. Un fatto che accende i riflettori su una tensione crescente.
Gli inquirenti non escludono alcuna pista. Quel gesto, silenzioso ma chiaro, potrebbe essere legato proprio al clima di odio esploso sui social, dove da giorni decine di utenti albanesi lanciano messaggi di vendetta: “Il sangue si ripaga con il sangue”, scrivono su TikTok, in riferimento alla morte di Rusi, dimorante a Francolise, loc. Sant’Andrea del Pizzone (Caserta), colpito da uno o più proiettili mentre, insieme a due complici, tentava di svaligiare una villetta nel piccolo borgo cilentano.
Nel frattempo, l’inchiesta aperta dalla Procura di Vallo della Lucania va avanti e conta già tre indagati. Aurelio Valiante, 58 anni, accusato di aver esploso i colpi fatali; suo fratello M. Valiante, 50 anni, sospettato di averlo aiutato a occultare il corpo in una tinozza per il vino poi nascosta con la vegetazione; e Xhuijan Curti, 27 anni, albanese domiciliato ad Acerra, uno dei presunti complici di Rusi, ora ricoverato in gravi condizioni al Cardarelli di Napoli. Il terzo uomo del gruppo è ancora ricercato.
Martedì sarà affidato l’incarico per l’autopsia al medico legale Francesco Lombardo. L’esame, che si terrà presso l’obitorio dell’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania, dovrà stabilire elementi chiave: in primis, se Rusi sia stato colpito frontalmente o alle spalle. Un dettaglio che potrebbe incidere profondamente sulla valutazione della legittima difesa. All’autopsia sarà presente anche un consulente di parte, nominato dai familiari della vittima, assistiti dall’avvocato Fabio Della Corte.
La tensione, però, non si limita più al campo delle indagini. Quel balcone forzato, nella notte, in un’abitazione ormai vuota, lancia un segnale preoccupante. La vendetta evocata sui social potrebbe non essere solo virtuale.
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