Sportello unico al tribunale di Vallo, avvocati si ribellano

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Sportello unico al tribunale di Vallo, avvocati si ribellano

di Marianna Vallone

Insorgono gli avvocati dopo la decisione del presidente del Tribunale di Vallo della Lucania De Luca, che insieme alla dirigenza amministrativa, ha chiuso tutte le Cancellerie del Tribunale e del Giudice di Pace di Vallo e ha ricostituito uno sportello unico, con orari di apertura limitati alla fascia 09.30-11.30.

A ribellarsi è il COA – Camera Penale ed Aiga di Vallo della Lucania, rammaricati per le ultime disposizioni del presidente del Tribunale di Vallo della Lucania.

«L’ennesimo provvedimento restrittivo, improvviso nelle tempistiche quanto nel contenuto, rappresenta per tutta la classe forense il definitivo colpo di grazia a tutta l’attività giurisdizionale del territorio, con conseguenze letali per la cittadinanza ed il tessuto socio economico locale. – hanno scritto nella nota congiunta – Ed è netta la sensazione che sia solo la premessa di ulteriori forti limitazioni, che si traducono di fatto un una gravissima lesione dei diritti dei cittadini».

Per questo l’Avvocatura tutta, nella persona dei presidenti del Consiglio dell’Ordine, della Camera Penale e dell’AIGA, rappresentano profondo rammarico e rabbia per l’ennesima decisione – dicono – presa in autonomia e senza alcuna consultazione della classe forense.

«Consapevoli dell’alto valore della nostra professione, dovremmo avere una corsia preferenziale nello svolgimento della nostra attività– dichiara l’avocato Domenico Lentini, presidente del COA– Invece viene adottato un provvedimento inaccettabile che rende ancor più difficoltoso il nostro lavoro. Le nuove disposizioni, peraltro, fanno riferimento ad una situazione di contagio generica e non supportata da specifiche problematiche riscontrate in Tribunale. Orari e modalità di accesso alle Cancellerie risultano essere del tutto inadeguate ed ingiustificabili».

«Il quadro organizzativo imposto, senza alcuna interlocuzione, si traduce non solo in un concreto pericolo per il diritto alla salute di tutti gli operatori giuridici, ma in una vera e propria lesione della dignità e del decoro dell’Avvocatura – prosegue l’avvocato Gianluca D’Aiuto, presidente della Camera Penale territoriale – Le disposizioni di cui al decreto 96/2020, ultime di una serie di regolamentazioni previste in regime Covid, sono state adottate senza alcuna preventiva consultazione dell’Avvocatura Penale, assolutamente doverosa tenuto conto delle ripercussioni negative che le disposizioni adottate avranno sull’esercizio dell’attività difensiva in concreto».

Sulla stessa posizione è l’AIGA, rappresentata dal suo presidente territoriale, l’avvocato Roberto Scotti, il quale fa rilevare che «mai come in questo momento l’Avvocatura del Foro di Vallo della Lucania si è mostrata coesa e compatta. Ogni sua rappresentanza, in forma autonoma e poi congiunta, ha richiesto, per ben tre volte, di istituire un tavolo tecnico che ricomprendesse tutti i soggetti coinvolti: Magistratura, Avvocatura, personale amministrativo. L’Aiga è da giugno che richiede un confronto costruttivo tra le parti per concordare le misure piu opportune. Misure che dovrebbero avere come primo obiettivo la tutela della salute, ma senza rinuncia generale allo svolgimento dell’attività giurisdizionale. Nonostante le reiterate richieste, ci ritroviamo l’ennesimo provvedimento preso in totale autonomia, senza confronto, e che parrebbe avere come unico obiettivo quello di non far entrare gli Avvocati nel Palazzo di Giustizia».

Le nuove disposizioni, che sono entrate in vigore il 9 novembre di fatti impediscono l’esatto e corretto adempimento del mandato difensivo che ogni cittadino conferisce al proprio avvocato, non essendo supportate da altre misure organizzative compensative dei divieti di accesso, chiariscono nella nota congiunta.

«L’AIGA è da sempre favorevole e promotrice di forme di digitalizzazione ed informatizzazione dell’attività professionale. Ma disporre il divieto di accesso alle cancellerie e promuovere le richieste in forma telematica, non ha senso in assenza di tempi certi di riscontro e di disponibilità del personale amministrativo. Ci ritroveremo innanzi a telefonate e pec prive di risposta, così come in periodo di lockdown. È importante far capire ai cittadini le ragioni dei rallentamenti del sistema giustizia e studiare insieme soluzioni organizzative che li evitino. Non parliamo solo di problemi dell’Avvocatura, ma anche e soprattutto di diritti da tutelare. Il nostro territorio non può permettersi il blocco totale del sistema giustizia. Le soluzioni emergenziali vanno concordate», afferma l’Avv. Scotti.

«Il diritto alla salute deve essere tutelato mediante un insieme coordinato di regole, da condividere e concordare. Non si possono chiudere le Cancellerie agli Avvocati, senza al contempo organizzare le udienze, in modo tale gestire un carico di fascicoli adeguato con tempistiche di ingresso e di uscita differenziate. Rimangono ferme le richieste della Camera Penale – continua l’avv. D’Aiuto – di un confronto immediato sui ruoli di udienza, sulle modalità di accesso, sul coordinamento tra Procura e Tribunale. Nel frattempo non residua altra possibilità se non quella di annunciare l’astensione di tutta l’Avvocatura penale del Foro di Vallo della Lucania, a tutela del concreto esercizio del ministero difensivo».

Il COA sul punto, a seguito di seduta straordinaria del 7 ottobre, ha deliberato elaborando una serie di richieste formali indirizzate al Presidente De Luca. «Il momento richiede il massimo sforzo da parte di tutti e per questo motivo abbiamo chiesto, tra le altre cose, di accelerare i tempi di adozione delle omologhe in materia previdenziale, di istituire una task force per la liquidazione dei gratuiti patrocini, di stabilire precisi criteri di trattazione, tenendo particolarmente conto nell’esercizio della funzione giurisdizionale di tutte le questioni di alta rilevanza economica. Chiediamo fin da ora la revoca delle disposizioni di cui al decreto n.96, rinnovando l’invito ad un confronto costruttivo ed ad una regolamentazione concordata», conclude l’Avv. Domenico Lentini.

Tutte le rappresentanze dell’avvocatura Vallese sono unite nel rappresentare le gravi criticità delle ultime disposizioni, ulteriormente restrittive dell’attività giurisdizionale. A distanza di quasi un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria, ingiustificata ed immotivata è l’esclusione di tutta la classe forense dalla concertazione e dalla predisposizione delle misure organizzative e di esercizio della giurisdizione nel nostro territorio. Sono certi che ciò si traduce e si tradurrà inevitabilmente in una grave lesione dei diritti dei cittadini che andrà necessariamente scongiurata.

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