Traffico di rifiuti dall’Italia alla Tunisia, massima allerta su quelli nella sede Sra di Polla

| di
Traffico di rifiuti dall’Italia alla Tunisia, massima allerta su quelli nella sede Sra di Polla

Nella sede della Sra, a Polla, sono stipate numerose balle di rifiuti da diversi mesi. L’azienda è chiusa e secondo l’indagine portata avanti dalla Procura di Potenza si è proceduto a una cessione ritenuta illecita della stessa Sra alla Gf Scavi legata ad alcuni parenti stretta della famiglia Palmieri proprietaria di fatto della Sra. La famiglia Palmieri, il padre Tommaso e i figli Alfonso e Federico risultano essere arrestati (due in carcere e uno ai domiciliari), così come i parenti sopracitati, il rappresentante legale, ritenuto una figura di facciata dagli inquirenti, Antonio Cancro e un dipendente.

Preoccupano i rifiuti a Polla

E preoccupano quei rifiuti – estranei all’inchiesta italo-tunisini – presenti all’interno della struttura situata nella zona industriale “Gerardo Ritorto” di Polla tanto che il procuratore Francesco Curcio, tra l’altro originario proprio di Polla, ha assicurato che ci saranno appurati controlli per verificare di che immondizia si tratti.

Inoltre l’area – già al centro di tre diversi incendi negli ultimi venti anni – sarà controllata con estrema attenzione, e lo è da tempo come assicurato dal sindaco Massimo Loviso. Proprio dal sito di Polla sono partiti i 284 container al centro dell’inchiesta Atlante scattata ieri mattina, all’alba, nelle province di Napoli, Salerno, Potenza, Catanzaro, a opera del personale della Direzione Investigativa Antimafia e del Gruppo Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli, il tutto coordinato dalla Procura di Potenza.

L’operazione

L’operazione ha visto impegnati circa 80 unità tra carabinieri del Reparto speciale dell’Arma e personale della Direzione Investigativa Antimafia, con il supporto della compagnia di Sala Consilina. L’inchiesta era scattata nel 2020, quando dal porto di Salerno partirono alla volta della Tunisia diversi carichi di rifiuti speciali stoccati come plastiche.

All’interno dell’azienda c’era stato anche un sopralluogo da parte della Commissione parlamentare Ecomafie del precedente governo guidata dall’onorevole Stefano Vignaroli che all’epoca dei fatti aveva puntato il dito contro gli uffici della Regione. “Se la Regione Campania – si leggeva sul report – avesse verificato, come avrebbe dovuto fare, che nel sito web della Convenzione di Basilea sono indicate le autorità competenti di ogni Stato che vi aderisce e che per la Tunisia il funzionario indicato appartiene alla Direzione generale per l’ambiente e la qualità della vita tutto questo non sarebbe accaduto. La negligenza dei funzionari della Regione Campania è andata anche oltre, poiché, indipendentemente da quale fosse stata la corretta autorità competente tunisina, se i funzionari regionali avessero svolto con meno superficialità l’istruttoria per la spedizione transfrontaliera, si sarebbero facilmente accorti che il rifiuto CER 191212, per cui la Sra chiedeva l’esportazione con destinazione recupero, in realtà non era affatto recuperabile”.

L’inchiesta

Era il settembre del 2022. A distanza di un anno mezzo tale tesi è stata confermata – e anche ribadita – dalla Procura di Potenza. I magistrati, l’inchiesta è stata portata avanti da Vincenzo Montemurro, hanno anche approfondito – e lo faranno ancora – i contratti della Sra nei confronti di decine di Comuni della provincia di Salerno e della Basilicata per la gestione del ciclo dei rifiuti, indagando per presunta frode nelle pubbliche forniture. L’indagine è stata soprattutto documentale, con una mole di “carte” esaminate dalla polizia giudiziaria su accordi, contratti, autorizzazioni e concessioni oltre che sui dispositivi telefonici in possesso ai 16 indagati. Inoltre sono state messe in atto delle rogatorie con la Tunisia, che – occorre aggiungere – ha risposto in netto ritardo e l’Albania per la presenza di alcuni degli indagati per questioni personali. Insomma un intrigo internazionale con due governi coinvolti, un latitante, diverse regioni protagoniste, partito da un piccolo paese, Polla, dove vivono poco più di cinquemila anime.

Consigliati per te

©Riproduzione riservata