Violenza di genere in crescita, Strianese: «L’Italia non un paese per donne»

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Violenza di genere in crescita, Strianese: «L’Italia non un paese per donne»

Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999. Adottata dall’Assemblea Generale, parla di violenza contro le donne come di “uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini”. L’ultimo Rapporto Eures 2019 su ‘Femminicidio e violenza di genere in Italia” dimostra che in questi anni la situazione non è migliorata.

«L’Italia non è un Paese per donne – dichiara il presidente della Provincia di Salerno Michele Strianese – Gli ultimi dati del Rapporto Eures 2019 sono agghiaccianti. Solo nei primi dieci mesi del 2019 sono state uccise 94 donne, quasi una ogni tre giorni. E nel 2018 le vittime femminili hanno raggiunto il valore più alto mai censito in Italia, 142 donne uccise, di cui 119 in famiglia. Dal 2000 a oggi i femminicidi in Italia sono 3.230, di cui 2.355 in ambito familiare e 1.564 per mano del proprio compagno o ex.

Colpisce leggere – spiega Strianese – che tutta la violenza di genere in Italia è in crescita. Quindi non solo i femminicidi, ma aumentano in maniera preoccupante stalking, violenze sessuali, abusi, maltrattamenti, reati quasi tutti commessi in ambito familiare, affettivo o all’interno di una relazione di coppia. Sono profondamente convinto che azzerare la violenza contro le donne sia una battaglia culturale, prioritaria per tutti noi. La salvaguardia di pari diritti umani e civili e quindi dell’autodeterminazione femminile, la tutela della sicurezza e della serenità di tutte le donne, deve essere un baluardo di civiltà imprescindibile. Se non partiamo da questo non potremo mai considerarci civili.

Mi sconvolge infine che la violenza spesso nasca in ambito domestico. – ha aggiunto – Chi compie questi reati sono uomini compagni o ex, padri, fratelli, all’interno quindi di un nucleo familiare che non è in grado di rispettare e tutelare la figura femminile. Violenza e patriarcato oggi sono inaccettabili. È necessaria una rivoluzione culturale che promuova ovunque relazioni non discriminatorie e rispetto delle differenze di genere. E noi che abbiamo incarichi politici, ancora di più abbiamo la responsabilità di costruire nuovi modelli culturali, di fare scelte che orientino il cambiamento, con urgenza, perché questi dati non sono degni del nostro Paese».

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