Aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi: primo bilancio magro con una media di otto passeggeri sulla tratta per Milano
| di Maria Antonia CoppolaPoche persone a bordo anche per Verona. I voli coperti dalla Air Dolomiti chiudono l’anno con un magro bilancio. Placate le polemiche delle ultime settimane sulla gestione dello scalo picentino, emerge una realtà inconfutabile: quella dei numeri. Implacabili, secondo i dati forniti dalla Filt-Cgil, per le due tratte attive dallo scalo picentino. I voli per Verona e Milano, coperti dalla Air Dolomiti, chiudono l’anno con un magro bilancio. Poco più di cinquecento imbarchi per Milano, tra volo di andata e quello di ritorno, per una media giornaliera di otto viaggiatori a bordo. Cifre ancor più basse per il volo diretto a Verona, tenendo però conto che si tratta di un collegamento non quotidiano.
In qualche occasione l’aeromobile di Air Dolomiti, che può ospitare fino a cinquanta passeggeri, riesce a raggiungere il top delle presenze con venticinque, massimo trenta persone a bordo. Ma ci sono anche giorni con un unico passeggero che viaggia in assoluta solitudine. «Sono numeri che ci preoccupano — conferma il segretario provinciale della Filt-Cgil Vito Luciano — e che rendono questa infrastruttura praticamente inutile. Facciamo appello alle istituzioni locali affinchè pianifichino finalmente una gestione manageriale dello scalo, al fine di trasformarlo in un nodo cruciale per lo sviluppo di tutta la provincia di Salerno». Un momento difficile quello attraversato dall’aeroporto, che oggi deve fare i conti con la concorrenza rappresentata dall’Alta Velocità, appena inaugurata. La stragrande maggioranza dei passeggeri dello scalo salernitano è rappresentata da imprenditori e professionisti. Al momento — infatti — manca ancora un vero e proprio flusso turistico legato alle attività dei tour operator nazionali ed internazionali.
Ed è su questo fronte che il presidente della società aeroporto di Salerno, Augusto Strianese, commenta i dati del primo mese di vita della tratta per Milano: «Visto che i dati sono inconfutabili — esordisce Strianese — mi sembra opportuno richiamare l’attenzione di tutti su un elemento. Ritengo infatti che la prima cosa da fare per aiutare l’aeroporto sia quella di parlare meno di consigli di amministrazione, di presidenze e vice presidenze e promuovere di più una struttura che, nonostante tutto, copre due tratte nazionali, di cui una giornaliera per Milano. Purtroppo è mancato un piano di comunicazione adeguato ed ancora oggi c’è chi mi chiede se l’aeroporto sia aperto e funzionante. E’ mancata poi anche quella filiera tra istituzioni, associazioni di categoria e tour operator per la promozione dello scalo. Dobbiamo quindi dirigere gli sforzi in quella direzione, altrimenti anche Air Dolomiti potrebbe andare via da Salerno ». Per le festività natalizie si accende la speranza che almeno qualche volo possa vantare un maggior numero di passeggeri.
il commento
L’ex assessore provinciale ai Trasporti Gianpaolo Lambiase: ora conviene il treno. L’Alta Velocità si candida ad essere il «peggior rivale» per l’aeroporto di Salerno- Costa d’Amalfi. Basta cliccare sui siti di Trenitalia e di Air Dolomiti per rendersi conto dei rispettivi costi di un viaggio da Salerno a Milano e ritorno. Utilizzando il treno, un biglietto di seconda classe sulla Freccia Rossa costa poco meno di 85 euro (124 se si opta per la prima) e impiega quasi sei ore per raggiungere il capoluogo lombardo. Se invece si sceglie l’aereo, il prezzo del biglietto varia a seconda del giorno della settimana e del periodo di bassa o alta stagione. Per volare si va da un minimo di 78 euro in un giorno infrasettimanale e lontano dal periodo delle festività natalizie ai 328 euro per il volo Milano-Salerno previsto per il 23 dicembre, quello che in teoria potrebbe portare in zona chi abita al Nord per lavoro. Sulla convenienza effettiva di un volo che parte o atterra a Salerno, l’ex assessore provinciale ai trasporti Gianpaolo Lambiase la vede così: «Oggettivamente con questi costi non so fino a che punto convenga prendere l’aereo, ma c’è da dire una cosa fondamentale, che poi è sempre la stessa. Questo aeroporto ha un futuro e può diventare concorrenziale con tutti solo se lo si inserisce in una rete regionale dei trasporti. L’asse con Napoli Capodichino che ormai non regge più l’attuale traffico aereo – lo trasformerebbe nel primo tra i piccoli aeroporti d’Italia, con un bacino potenziale di oltre un milione di passeggeri l’anno. Ma ad oggi questo discorso non è stato affrontato, anzi si è pensato di più a chi e a come si dovesse gestire questa infrastruttura».
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