Cilento: eccezionale scoperta, trovato collegamento tra la Grotta di Castelcivita e quella dell’Ausino

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Cilento: eccezionale scoperta, trovato collegamento tra la Grotta di Castelcivita e quella dell’Ausino

Scoperta eccezionale quella fatta da un gruppo di speleologi i quali nel corso di una esplorazione fatta nelle celebri Grotte di Castelcivita e senza alcun programma hanno rinvenuto un “vuoto”, segno, a quanto pare di un ‘passaggio aereo che unirebbe le più celebri Grotte di Castelcivita alla grotta dell’Ausino.

Un’incredibile passaggio Sicuramente una scoperta da approfondire quella inerente la congiunzione tra Castelcivita ed Ausino,  una scoperta che comporterà numerose ed importanti delucidazioni anche in merito alle frequentazioni di entrambi i siti di grande interesse archeologico.

Dalle parole degli scopritori si percepisce chiaramente l’emozione dell’evento:  “Abbiamo sentito una strana corrente d’aria, come può accadere in grotta. Ci siamo incuriositi e dopo un pó siamo tornati, per capire cosa succedesse lí.

Con nostra grande sorpresa al di là di una frana e dopo un “bicchiere” abbiamo trovato un “vuoto”, nessun segno di passaggio prima di noi, nessuna orma, nessun ancoraggio artificiale e niente di naturale che ci facesse pensare che qualcun altro fosse passato di lá. Un nuovo ramo? Sembrava impossibile.

Abbiamo percorso questo bellissimo ambiente, sempre seguendo la corrente d’aria, fino ad arrivare ad una condotta forzata leggermente inclinata verso il basso e alla fine…un pozzo; siamo scesi, ci siamo trovati in un posto affascinante, con acqua, tanta acqua (due sifoni) un luogo dove erano evidenti i segni del passaggio degli speleologi, un luogo gia’ conosciuto.

Lí qualche segno lo abbiamo visto, segno che qualcuno là era arrivato, ma dall’altra direzione. Infatti abbiamo capito, complice la bussola e una grande conoscenza del luogo, che ci trovavamo nel ramo basso della grotta dell’Ausino.

L’emozione e’ stata grande: avevamo appena trovato il passaggio aereo che congiunge la Grotta di Castelcivita con la Grotta dell’Ausino.

Questo passaggio è stato ipotizzato dagli speleologi e dagli studiosi sin dagli anni ‘30, un passaggio che sembrava scontato e ovvio in teoria ma che nella realtà non era mai stato trovato.

Nel 1995 gli speleosub di Foligno capeggiati da Massimo Bollati trovarono un passaggio sommerso tra le due grotte e da allora ogni speranza di un passaggio aereo svanì”, insieme al sogno di generazioni speleologi…fino ad ora… Le esplorazioni sono ancora in corso, per completare il rilievo e la documentazione fotografica.

Ma parliamo delle grotte e del perché tale scoperta si rivela così importante incominciando dalla meno celebre e forse per questo più importante: la Grotta dell’Ausino.

La grotta rappresenta uno dei più importanti giacimenti paletnologici dell’Italia meridionale con testimonianze che coprono un’arco cronologico di circa 15.000 anni, dal Paleolitico superiore fino all’epoca storica.

I materiali rinvenuti si riferiscono ad ossa  animali in particolare cavallo, maiale, cervo e bue primitivo, materiale ceramico che testimonia la presenza della facies di Diana ed industria litica con testimonianze della facies Piano Conte e protovillanoviano.

In merito alle Grotte di Castelcivita con i loro 1200 metri di percorso turistico su un totale di circa 4800, rappresentano uno dei complessi speleologici più estesi dell’Italia meridionale con un sistema di cavità sotterranee note come “Grotte del Diavolo”, “Grotte di Spartaco” o “Grotte Principe di Piemonte”.

Le Grotte di Castelcivita si sviluppano lungo un unico ramo principale da cui, in più punti, si disserrano brevi diramazioni secondarie.

Il sistema ipogeo si presenta suddiviso in due diversi settori, separati da un dislivello positivo di circa 5 metri denominato “Salto”.

La risalita dei gradoni “Salto” consente di passare da un percorso propriamente turistico, ad un percorso fuori sentiero che, attraverso spettacolari ambienti concrezionati, adorni di imponenti ed eccentriche formazioni calcaree, conduce fino ad un ampio bacino idrico definito “Largo terminale”.

Dopo numerose esplorazioni speleologiche, documentate già a partire dalla fine dell’Ottocento, nel 1972, le Grotte di Castelcivita acquistano una notevole rilevanza paleontologica, grazie alla localizzazione di interessanti depositi archeologici, proprio all’ingresso della cavità.

Dall’analisi dei reperti recuperati (in particolare manufatti in selce, diaspro, calcare e resti fossili principalmente di insettivori e cervidi) si è potuta accertare una frequentazione umana del sito risalente a circa quarantamila anni.

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