Tonino Tomeo live a Gioi Cilento: l’intervista

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Tonino Tomeo live a Gioi Cilento: l’intervista

Il chitarrista avellinese sarà sul palco del Thermopolium di Gioi Cilento il 9 marzo.

Per l’occasione gli abbiamo fatto qualche domanda.

D: Chi è Tonino Tomeo?
R: E già alla prima domanda mi vengono dubbi… dire solo “un chitarrista” è poco? Potrei aggiungere che sono una persona che fa uno dei due lavori più belli al mondo.

D: Quando ti sei avvicinato al mondo della 6 corde?
R: A differenza di quello che si sente dire spesso, non ho iniziato per niente presto, anche se a casa una chitarra c’è sempre stata perchè mio padre strimpellava e strimpella tutt’ora. Non è stato lui però ad iniziarmi. Quando ho deciso di studiare seriamente ero grandicello, avevo 22 anni più o meno e prima avevo suonato un po’ il basso, ma ero un bassista della domenica.

D: Quali sono stati i primi tuoi amori a livello di ascolto?
R: Ahhh… e qua si che mio padre ha avuto un bel ruolo: praticamente sono cresciuto a pane e Beatles, Electric Light Orchestra, un po’ di Pink Floyd, insomma ho avuto fortuna… e poi ho continuato le mie ricerche da solo, anche da piccolo. Pensa che il primo disco comprato in assoluto fu “Zenyatta Mondatta”, che avrò avuto… 11-12 anni? E di italiano? I classici li ho ascoltati, ma quando parlo di classici io parlo di cose tipo Natalino Otto, Rabagliati, Arigliano, va’, per citarne uno “moderno”. Lo so, la musica italiana non è il mio forte.

D: Ricordi ancora la prima canzone che hai imparato alla chitarra?
R: Perfettamente! Prime canzoni suonate in assoluto “Man” di Bo Diddley (una canzone fortissima che si suona con un solo accordo!) e “Give peace a chance” (due accordi…). Mi arrangiavo e a orecchio, un po’ alla volta, ho tirato giù un sacco di accordi senza nemmeno sapere cosa fossero. Ti ricordo che internet non c’era, e quindi video, tabulati e cose simili erano un lusso che non avevamo. Il buon vecchio lavoro di orecchio e qualche consiglio rubato a chi ne sapeva di più.

D: Che repertorio porti dal vivo (in generale e al Thermopolium in particolare)?
R: In questo concerto da solo cerco di portare in chiave acustca-one man band molto di quello che mi piace. Il bello di suonare da solo è che, pare strano da dire, non sai mai quello che può accadere, proprio perchè sei da solo e puoi variare quanto vuoi. Il rovescio della medaglia è che se non si crea l’atmosfera giusta sei da solo e devi sudare di più per scaldare il pubblico.

D: Come definiresti un tuo live?
R: In definitiva il mio live può essere definito… vediamo… in un sacco di modi: a) ecologico: potrei farlo anche senza corrente elettrica; b) eclettico: ci sono pezzi rock, blues, jazz, pop, funk; c) balneare: è l’evoluzione della schitarrata da spiaggia; d) anticrisi: c’è solo un musicista e quindi si spende poco.

D: Progetti attuali e futuri?
R: Sono piuttosto impegnato a sviluppare idee per le prossime registrazioni, non voglio ancora pensare a un secondo CD, ho bisogno di fissare tante idee nuove per capire dove voglio andare. Poi c’è anche il mio sito di didattica www.suonarelachitarra.it che mi tiene molto impegnato e di sicuro intendo suonare molto dal vivo, che è la cosa più importante e gratificante. Grazie per questa intervista e spero che ci divertiremo insieme al Thermopolium.

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