Il vino cilentano deve rinunciare al marchio Dop. Presidente Coldiretti Salerno: «Decisione gravissima per comparto vitivinicolo»
| di Luigi MartinoTroppa burocrazia e Bruno De Conciliis sta valutando la rinuncia al marchio Dop per l’aglianico Donnaluna da lui prodotto. Ci vuole un procedimento non indifferente e i problemi si presentano soprattutto con la certificazione Ismecert. «Abbiamo aderito alla Dop aglianico e fiano felici di far giungere gocce di Cilento nel mondo – ha rivelato de Conciliis – orgogliosi di rappresentare una terra di energia straordinaria. Continueremo a farlo in futuro anche se non potremo più scrivere Cilento sulle nostre etichette, togliendo ai consumatori inglesi, americani, giapponesi che oggi consumano due terzi del vino che produciamo il legame tra il vino e la sua terra. Una delle annate migliori di questo vino, per metà invecchiato in botti grandi, per metà in acciaio un’annata prorompente di frutta e spezie godibile sin dai primi mesi di bottiglia e pronto a sfidare molti anni di affinamento, è stata bocciata, proprio alla vigilia dell’imbottigliamento, dall’organismo di certificazione per “gravi difetti biologici” all’esame organolettico. L’esame chimico del vino non aveva evidenziato anomalia alcuna. Siamo certi che la causa della prima bocciatura risieda nella modalità di prelievo, conservazione o trasporto del campione: non possiamo però attendere il tempo per un riesame della commissione, affidiamo questo vino al giudizio dei consumatori che da tre lustri ormai ci premiano eleggendolo a simbolo della rinascita enologica cilentana».
I viticoltori De Conciliis si trovano dunque di fronte ad una scelta difficile: dire di no al Dop equivale, per questo anno, declassare tutta la produzione. «Per colpa della burocrazia – conclude De Conciliis – rischiamo di rovinare il lavoro di anni in vigna ed in cantina per ottenere la qualità che i consumatori in tutto il mondo riconoscono a questo vino del Cilento». Ad imbottigliamento terminato si erano presentati alcuni difetti, ma dopo un secondo prelievo e riesame, i difetti biologici erano spariti ed il vino ritenuto idoneo. Il Wine Advocate aveva già deciso, al contrario di quando nel 2011 premiò il Fiano Cilentano Donnaluna con un punteggio di 90 su 100.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio. «La decisione dei viticoltori De Conciliis di rinunciare alla denominazione Dop – dichiara Sangiorgio – è gravissima per il comparto vitivinicolo salernitano e rischia di creare un effetto a catena su tutto il settore. Non è possibile che la burocrazia influenzi e penalizzi in questo modo un segmento dell’economia che è trainante per il mercato e l’export».
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