Cilento, crisi idrica esaspera gli animi: cittadino minaccia di avvelenarsi bevendo acqua inquinata

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Cilento, crisi idrica esaspera gli animi: cittadino minaccia di avvelenarsi bevendo acqua inquinata

Non c’è acqua potabile. La crisi idrica attanaglia tutto il comprensorio. Da nord a sud rubinetti a secco e fontane che funzionano a singhiozzi. L’esasperazione è quasi giunta al limite. I cittadini non ce la fanno più. A Capaccio capoluogo, ad esempio, l’acqua manca da quattro mesi. Paolo Vuto, un cittadino della zona, ha addirittura minacciato di avvelenarsi bevendo l’acqua non potabile del suo pozzo. «Acqua a casa mia, e non solo, non ne arriva più – racconta Paolo all’emittente televisiva Stile Tv -. È dal mese di maggio che siamo in queste condizioni, con rubinetti a secco per tutta l’estate con un caldo infernale, nonostante dal Comune abbiano assicurato la presenza dell’acqua! Siccome nessuno provvedeva mai, ho dovuto chiedere più volte all’ex vicesindaco Nicola Ragni di sollecitare, e se non fosse stato per lui, manco i serbatoi potevamo riempire, nonostante a casa ho moglie e due figlie. Sono stanco di fare questa vita, ma perché quello che è un mio diritto deve diventare un favore?». «Siamo costretti a lavare una bambina di 10 mesi, mia nipote, con l’acqua minerale – continua il cittadino a Stile Tv – l’acqua del pozzo, che non è assolutamente potabile, invece c’è. Si tratta però di acqua inquinata perché l’ho fatta esaminare, ma se c’è bisogno la berrò in segno di protesta, così mi avveleno in modo da pesare sulla coscienza dei nostri amministratore. La usiamo innaffiare le piante e pulire il piazzale, ma se devo arrivare al punto di berla, la berrò – continua Vuto a Stile Tv – non se ne può più di vivere in queste condizioni a Capaccio Paese, eppure siamo nel 2015, a questo punto mi conviene andare in Africa, almeno lì non c’è acqua ma non si pagano le tasse per averne».

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