2 giugno 1981, Rino Gaetano «trova» la morte ad aspettarlo in via Nomentana a Roma

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2 giugno 1981, Rino Gaetano «trova» la morte ad aspettarlo in via Nomentana a Roma

Musicalmente Rino Gaetano nasce  quando nel 1970 comincia a frequentare  Folkstudio, a Roma,  nel quartiere di Trastevere che era l’habitat celebrato dai giovani “cantautori” quali Venditti, De Gregori, Lo Cascio.

Le “narrazioni musicali” dell’artista crotonese, furono scritte in un periodo storico, gli anni 70,gli anni di piombo,  caratterizzati da un clima sociale infuocato dall’emergenza terrorismo, ma anche anni di lotte sociali e conquista di diritti civili.. I testi apparentemente spensierati che Rino Gaetano componeva in realtà contenevano “messaggi” molto interessanti  e ci descriveva  una visione diversa di quel periodo storico, svelando segreti, situazioni e verità che per molto tempo ci erano state  debitamente nascoste. Lo stesso Rino Gaetano d’altronde cantava:” io scriverò sul mondo e sulle sue brutture sulle mie immagini pubbliche e sulle camere oscure”, quindi altro che canzoni non sense , come sostenuto dai tanti denigratori del cantautore .

“C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale! E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta”

“Già quando cantavo al Folkstudio ero al centro di certe discussioni… insomma molti non volevano che io facessi i miei pezzi perché, dicevano, sembrava che volessi prendere in giro “

Il “Cantautore” Rino Gaetano, con i suoi testi ha saputo interpretare il senso di inquietudine , di protesta, lo slancio ideale ed il ribellismo, che erano i fiumi carsici del fulgore  anni 70. La sua “Musica” è diventata il canale, lo strumento di espressione di una intera generazione, avvicinandosi al sociale  e mettendo al bando la musica melodica come prodotto di largo consumo. Avrebbe voluto che la “Sua Musica” avesse mosso le passioni, avesse fatto riflettere , capire e perchè no sognare un modo migliore. Come sostiene Ernst Bloch , scrittore e filosofo tedesco  teorico del “principio speranza :” La natura utopica della musica capace di risvegliare nei giovani la loro dimensione piu profonda non mera astrazione vuota.”

In quel periodo storico l’italia aveva bisogno di “rinnovare” la sua educazione sentimentale e la canzone non poteva essere  pura e semplice  affermazione di un sentimento. Rino Gaetano fu uno dei cantautori che portarono una ventata di rinnovamento nel chiuso panorama musicale italiano, ancora attardato sulle rime cuore-amore

I suoi brani potevano sembrare “canzonette”, in realtà contenevano un senso comunicativo forte, potente che andava oltre le parole stesse. Erano , le sue “canzoni” abitate da tensione ideale da retroterra letterario , ovvero slancio ideale e ribellismo i “motivi”  di fondo che caratterizzarono gli anni 70. Non a caso, quando nella famosa trasmissione Disco Ring , Boncompagni cerca di deriderlo dicendogli che è :”un menestrello che compone verdi senza senso”, Rino gli risponde che si rifà a Ionesco e a Majakovskij, ovvero agli assertori della rivoluzione lessicale e sintattica e del parolilerismo, ovvero la parola in libertà avulsa da qualsivoglia forma espressiva tradizionale. Rino scriveva a raffica , immune da vincoli come metrica, anzi faceva uso di avverbi (rivoluzione lessicale-sintattica) in maniera bizzarra.

Rino Gaetano è stato un genio ha avuto il coraggio  di raccontare l’Italia degli anni Settanta , abbracciando le ansie delle classi sociali meno abbienti, ha saputo raccontare una società italiana corrotta, piena di vizi e pregiudizi. Ha utilizzato per farlo, la ironia ,che è sorella della intelligenza, il  sarcasmo, ma  è rimasto inascoltato  dal grande pubblico dell’epoca.

Rino Gaetano si è affermato postumo, i tempi non erano maturi per le sue proposte, disse Giancarlo Governi in un suo special sul cantautore crotonese. Lo stesso Mogol che scrisse per Rino Gaetano un brano: “Resta vile maschio dove vai”  che non ebbe successo in quanto lo stile Battistiano non gli si addiceva, disse di Lui:” E’ passato veloce come una primavera.”

L’avv. Bruno Mautone,nella sua trilogia dedicata a Rino Gaetano  ha saputo decrittare i “messaggi” contenuti nei suoi brani,  consegnandoci una visione diversa di quel periodo storico, svelando segreti, situazioni e verità che per molto tempo ci erano state  debitamente edulcorate.. I testi di Bruno Mautone  sono un utile strumento per rileggere un periodo di storia italiana che per troppo tempo ci è stato nascosto, e rappresenta, senza dubbio,  un’opera di verità non solo nei confronti di Rino Gaetano, ma anche di un epoca oscura e contraddittoria quali  furono gli anni successivi al 68′

Il suo ultimo messaggio nel brano :”Ed io ci sto”…mi dicono alla radio statti calmo fatti uomo non esser scalmanato, stai tranquillo e fatti uomo ma io con la mia guerra voglio andare sempre avanti, e costi quel che costi la vincerò non ci son santi.” Il brano rappresenta una vera e propria dichiarazione di impegno civile  e la guerra da vincere era quella dei diritti civili perchè solo quella conquista avrebbe potuto regalare quella “….bandiera diversa senza sangue e sempre tersa.”

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