Sciame sismico nel Cilento: quattro scosse di terremoto in poche ore

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Sciame sismico nel Cilento: quattro scosse di terremoto in poche ore

Nuova scossa di terremoto nel Cilento. Il sisma di magnitudo 1.9 è stato registrato dall’Iside alle 10:19 tra Albanella, Capaccio e Roccadaspide. In poche ore il Cilento è passato dai danni del maltempo alla paura del terremoto. Da mercoledì sera, dopo la scossa delle 20:35, il territorio a sud della Campania è stato interessato da altri terremoti. Le scosse, che hanno avuto epicentro tra i comuni di Roccadaspide, Albanella, Capaccio e Giungano, sono state avvertite dagli strumenti dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia italiana alle 23.44, alle 00.25 e all’ 01:37. Allarme e paura soprattutto sui social network, ma il sindaco di Roccadaspide, Girolamo Auricchio, giovedì mattina con un’ordinanza ha deciso di chiudere le scuole, solo per la giornata di oggi, e in via cautelare – fanno sapere da palazzo di città – perché al momento i tecnici stanno monitorando la zona con una serie di sopralluoghi, come da prassi. Lo staff del sindaco ha detto al giornale del Cilento che non risultano danni ma lesioni interne ad alcune abitazioni in località Verna – Fonte, dove si è verificato il terremoto. Nella stessa zona è crollato un vecchio rudere ma al momento non si conoscono altri disagi. Ora si attendono le relazioni dei tecnici.

Le quattro scosse Una scossa di terremoto di magnitudo 3.7 si è verificata mercoledì sera alle 20:37 , nel distretto sismico del Cilento. Il terremoto, profondo 6.3 km, è stato avvertito dai cittadini dei comuni di Giungano, Cicerale, Capaccio, Albanella e Roccadaspide in modo molto chiaro. La scossa è stata avvertita fin nei paesi del golfo di Policastro e nel Vallo di Diano. Una seconda scossa di terremoto nel distretto sismico del Cilento è stata avvertita alle 23:44, a una profondità di 2 chilometri. Il sisma, anche stavolta di magnitudo 3.7 e della durata di pochi secondi ha coinvolto gli stessi Comuni interessati dalla prima scossa. Passata da poco la mezzanotte un altro terremoto è stato segnalato sulla costa campana, nei pressi dei comuni di Agropoli e Capaccio. La magnitudo è stata di 2.2, a una profondità di 9 chilometri, e la scossa è stata avvertita anche a Napoli. Una quarta scossa di terremoto si è registrata all’01:37 nel distretto sismico della costa campana meridionale. Il sisma di magnitudo 2.6 e profondo 10 chilometri ha coinvolto i comuni di Battipaglia, Pontecagnano, Giffoni e Cetara. / NEL DETTAGLIO

Area a bassa magnitudo Secondo Franco Ortolani, docente di Geologia all’università Federico II di Napoli, «nel Cilento e nel Golfo di Policastro si possono verificare solo sismi di bassa magnitudo. I terremoti di magnitudo 3,7 del 22 gennaio 2014 e quello del 6 aprile 2013 nel Cilento settentrionale, magnitudo 2.9, che hanno interessato il Cilento settentrionale e in particolare la dorsale compresa tra la valle del fiume Calore e la dorsale di Monte Soprano-M. Cervati, con ipocentro a circa 5-6 km di profondità, non hanno arrecato alcun danno all’ambiente ed ai manufatti. Gli eventi – spiega l’esperto – sono da attribuire ad una instabilità tettonica residua del sottosuolo che, come tutta la catena appenninica, è stato interessato da notevoli spostamenti verticali nelle ultime centinaia di migliaia di anni. Si tratta di una sismicità di bassa magnitudo, che possiamo definire indotta dalle deformazioni attive nel centro della catena, che testimonia la complessiva stabilità tettonica del Cilento». «Quest’area, infatti, – continua Ortolani – non è caratterizzata da faglie crostali attive in grado di causare sismi di elevata magnitudo. Nel Cilento e nel Golfo di Policastro non si possono generare sismi in grado di arrecare danni significativi. Questo aspetto rende ancor più interessante l’area di grande pregio ambientale e ricca di monumenti naturali per la sua frequentazione turistico-balneare».

Nessuna attinenza con quello nel Matese E infine esclude qualsiasi collegamento con i terremoti dell’alta Campania. «Non ci sono collegamenti diretti, nel senso che gli eventi sismici del Matese e del 1980 non sono la causa dei due eventi della zona di Capaccio di mercoledì sera. La causa è sempre nei movimenti relativi tra Africa ed Europa che inducono la deformazione della catena appenninica. La zona delle rotture principali è al centro dell’appennino dove si sono verificati i più disastrosi eventi sismici del passato sulla linea alta val d’Agri, Lioni, Benevento, Matese, Fucino. Gli eventi di Capaccio – conclude Ortolani – si ubicano in una zona occidentale dove le deformazioni e i fenomeni sismici sono connessi a instabilità tettonica indotta con magnitudo limitata, come accaduto circa un anno fa sempre nella zona attorno a Capaccio».

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