Il 25 Aprile oggi: Una delle letture possibili

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Il 25 Aprile oggi: Una delle letture possibili

Il 25 Aprile del 1945 segna la fine dell’occupazione nazifascista, di un periodo di guerre cruente che costarono la vita a migliaia di persone.  Tanti uomini e donne, tanti giovani impegnati nella Resistenza sono morti  per conquistare, anche per noi, la libertà.

Cosa significa o cosa, a mio avviso, dovrebbe significare il 25 aprile oggi?

Oggi, particolarmente,  ognuno dovrebbe riflettere  sul significato profondo e concreto della parola libertà.

Dobbiamo chiederci se siamo veramente liberi o se la nostra libertà non sia minacciata sia da forze esterne sia da alcuni nostri comportamenti. Quest’ultimi, ora e qui, penso siano l’ insidia maggiore.

Parlo del conformismo ossia della tendenza a conformarsi, anche solo in apparenza, agli usi, alle opinioni prevalenti.

Molti,  si sentono “obbligati”  a scelte non per intima convinzione ma perché temono la, solo potenziale,  riprovazione altrui:  “sembra brutto”.

Solo per non essere oggetto di critiche, spesso fatte alle nostre spalle, da parte di persone con le quali non abbiamo alcun rapporto affettivo e a cui di noi non importa nulla.

“Chissà la gente che dirà?” Questa frase ha impedito molte libere scelte. Il timore di cosa dirà la “gente”;  spesso si tratta di persone che non partecipano alla nostra vita, alle nostre gioie, ai nostri dolori. Addirittura c’è chi ha fatto grossi sacrifici, debiti per essere al passo con quello che dice la “gente”.

Liberi da condizionamenti che non rispettano i nostri intimi e reali bisogni, saremo liberi di esprimerci pienamente,  di ragionare con la nostra testa, con il nostro buon senso, guidati dai nostri principi. In poche parole di vivere meglio.

Non  solo il conformismo ci spinge ad un acritico obbligo sociale ma anche il consumismo. 

Ossia quel fenomeno consistente nell’acquisto di beni, suscitato ed esasperato dall’azione della pubblicità, la quale fa apparire come reali bisogni fittizi.

Allora bisogna cambiare il cellulare, l’auto, la giacca, le scarpe, … non perché oggetti non più funzionali  ma perché non più di tendenza.

Bisogni indotti, ci illudono facendoci credere di essere liberi di scegliere, in realtà creano consumatori, persone libere solo di acquistare.

Sottopongo alla Vostra attenzione una frase di Jeremy Rifkin (L’era dell’accesso) che mi ha particolarmente colpito:

“ … L’intervallo fra desiderio e gratificazione sta avvicinandosi alla simultaneità …”.

Con una riflessione attenta sul valore della libertà, con una analisi critica del nostro stile di vita, dei nostri consumi scopriremmo che potremmo tranquillamente rinunciare a cose effimere per le quali facciamo anche sacrifici.

Oggi, giorno della Liberazione, pensiamo a quest’aspetto della libertà che dipende solo da noi.

Non è facile, si dovrà far comprendere il mutato atteggiamento a qualche persona cara.

Ma stiamo ampliando il nostro spazio di libertà, capiranno.

Oggi, giorno della Liberazione, Liberiamoci!

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