Camerota, presunti abusi al Mingardo: scatta l’esposto alla procura

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Camerota, presunti abusi al Mingardo: scatta l’esposto alla procura

Un nuovo esposto è stato inviato da Paolo Abbate, attivista ambiente e socio Wwf, agli organi competenti e alla procura di Vallo della Lucania su presunti abusi che sarebbero stati perpetrati in località Cala del Cefalo a Marina di Camerota, lungo la spiaggia del Mingardo. In quel punto, alla base della falesia, che è zona di interesse comunitario, verrebbe tollerato il posteggio delle automobili sebbene la rupe sia considerata a grave pericolo frane, e pertanto sia stato vietato dalla polizia provinciale l’accesso nell’area sottostante. Proprio in quella zona, circa un anno fa, è morto un 27enne all’interno della grotta del Ciclope, schiacciato da un masso. In seguito a quell’incidente, la guardia costiera ha posto i sigilli anche al ristorante Indian, per pericolo caduta massi.

«In particolare – spiega Abbate – in un’area davanti a grotte preistoriche, habitat abituale delle rondini di montagna, anche quest’anno è stato allestito un parcheggio con tanto di gabinetti chimici e spargimento di pietrisco, ad uso del lido balneare dirimpetto, sebbene interdetto poiché tempo fa sull’area si verificò una frana di grossi massi che arrivarono fin sulla strada provinciale. Si chiede pertanto nell’esposto di verificare quanto segnalato e di intervenire urgentemente, considerato che il pericolo frane si potrebbe ancora verificare».

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