Hermann Nitsch ad Ascea il 7 e l’8 luglio: l’arte affronta il tema del “Das SEIN”

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Hermann Nitsch ad Ascea il 7 e l’8 luglio: l’arte affronta il tema del “Das SEIN”

Il 7 e l’8 luglio la Fondazione Alario per Elea-Velia Onlus, in collaborazione con la Fondazione Morra di Napoli, ospiterà Hermann Nitsch, uno dei grandi artisti dell’arte contemporanea.

In due giorni di incontri, letture, video e performance, il maestro dell’Azionismo viennese si concentrerà sul tema dell’ESSERE (Das SEIN) e conseguentemente sulla filosofia di Parmenide, il filosofo di Elea.

Ma chi è Hermann Nitsch?

Hermann Nitsch è un artista contemporaneo, nato a Vienna nel 1938, iniziatore e fautore del cosiddetto Azionismo viennese, un movimento artistico che si caratterizza per un uso insistente di immagini e tematiche di matrice psicologistica, sadomasochistica e autolesionistica, ispirate da un diffuso atteggiamento dissacrante, a tratti profanatorio, nei confronti dei simboli religiosi, delle funzioni del corpo e delle pratiche sessuali.

In sostanza, con l’Azionismo viennese, si passa dal medium pittorico tradizionale (rappresentato dalla tela, dai pennelli e dai colori) all’uso del corpo e delle stesse azioni umane come elementi espressivi.

Il colore si trasferisce dalla superficie della tela a quella del corpo umano e viene in seguito ad essere sostituito dal sangue o altri fluidi corporali, da cibi o da viscere di animali, in azioni che invadono lo spazio circostante.

Tali azioni possono sconfinare, come nel caso di Hermann Nitsch, nella messa in scena di riti parareligiosi a scopo terapeutico e catartico, con riferimenti alla liturgia cristiana e alla tragedia greca classica, che durano giornate intere.                                                                    

Oltre agli Schüttbilder, opere artistiche create gettando colore e sangue sulla tela, tecnica molto amata dagli azionisti viennesi, l’opera di Hermann Nitsch trova la sua massima espressione nell’Orgien Mysterien Theater – Teatro delle Orge e dei Misteri, opera d’arte totale che ha una forte valenza rituale e sacra e che si riferisce, come suggerisce il nome, alle orge dionisiache dell’antichità e alla tradizione teatrale medievale del teatro dei misteri.

In questi giochi rituali, che durano diversi giorni e che colpiscono il subconscio del singolo con immagini di animali sanguinanti e sacrificati in croce, ebbrezza, nudità e sangue, si incitano gruppi di persone a squartare bestie da soma, a tirarne fuori le viscere e a calpestarle, a imbrattare di sangue delle persone crocifisse e a unirsi in un rito collettivo di frenesia, basato su riti liturgici e sacri.

Questi gesti portano il singolo ad entrare in contatto con il proprio essere animale più profondo e istintivo e quindi a toccare gli ambiti più bui e nascosti del proprio essere, che sono normalmente repressi dalla società umana.  

La decadenza radicale verso la sensualità e la totale disinibizione degli impulsi animali hanno come risultato una reazione catartica e purificatoria che innesca l’ascesa alla spiritualità.

Per queste sue concezioni artistiche, Hermann Nitsch è stato processato varie volte e condannato a tre pene detentive.

L’arte di Hermann Nitsch è fortemente influenzata dalla sua ammirazione per autori e artisti come de Sade, Friedrich Nietzsche, Sigmund Freud e Antonin Artaud, come possiamo cogliere in questa breve riflessione dell’artista: “Applicando in modo semplice e non complicato la teoria della conoscenza, posso riconoscere ed affermare solo e soltanto che io esisto in maniera incondizionata. Di me posso dire che io sono. Posso realmente avvertire in maniera diretta la condizione che io sono. Posso sentire l’esistenza altrui soltanto indirettamente. L’ambiente mi si presenta come una ricchezza di fenomeni dei quali posso sicuramente accettare (ammettere) l’esistenza, pur senza poterli percepire (sentire) come la mia condizione. Unicamente sono ed avverto l’essere, il mio essere. Concetti come mondo esterno e mondo interno, che in questo libro intendiamo piuttosto annullare, saranno utilizzati all’inizio, al fine di estrarre l’essenziale, vale a dire il nostro mondo interiore, l’anima, lo spirito, la coscienza. Per questi concetti rimando al pensiero mitico, tranne che per la coscienza. Tutto il resto, tutto ciò che viene avvertito da me, il paesaggio, gli altri, il mio corpo, gli organi sensoriali, persino la coscienza, appartengono al mondo esterno. Esiste infine una realtà che non può essere percepita tramite lo spirito, e nemmeno tramite la conoscenza scientifica, un fondo senza fondo sul quale tutto, il mio essere, si proietta, cioè la condizione che io sono. Siccome non riesco ad avvertire questo fondo sul quale proiettarmi, queste concezioni fondamentali, mi trovo davanti al nulla, al vuoto. In questo vuoto il nostro essere, il mio essere, ha le proprie radici, si fonda in questo vuoto, esso viene percepito tramite questo vuoto. Si ottiene in tal modo un confronto non importuno con la filosofia asiatica. Il sé è identico al vuoto. Penso alle strisce comiche positivistiche, derivanti dallo spirito del materialismo dialettico, nelle quali il chirurgo cerca l’anima degli uomini con un coltello, oppure l’astronauta l’amato dio nell’universo: in realtà non c’è niente da ridere, poiché nessuno dei due effettivamente trova qualcosa” (Io sono, Hermann Nitsch).

PROGRAMMA:

7 luglio, ore 18.00

Hermann Nitsch legge Das SEIN

Giuseppe Zevola interpreta ESSERE

Intervengono Lorenza Mango e Romano Gasparotti

Video loop: Caravaggio & Nitsch, di Mario Franco

8 luglio, ore 19.00

Proiezioni di 130 Aktion – Festa di Pentecoste, di Rolf Leitenbor

Intervengono Giuseppe Morra e Pasquale Persico

Video loop: Museo Nitsch – The Making of, di Pasquale Napolitano

La partecipazione agli eventi è gratuita.

Per informazioni:

Fondazione Alario per Elea Velia onlus

Tel: 0974 971197

Fax: 0974 971269

www.fondazionealario.it

info@fondazionealario.it

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