Cavalli uccisi in Cilento, animalisti Lav: «Più vigilanza. Cittadini condannino questi reati»

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Cavalli uccisi in Cilento, animalisti Lav: «Più vigilanza. Cittadini condannino questi reati»

I casi di animali uccisi nel Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano aumentano in maniera esponenziale. Vittime lupi, cavalli, cinghiali, vitelli e cani che vengono avvelenati, uccisi con colpi di arma da fuoco o sgozzati. Una situazione che sta degenerando. Tant’è che nelle scorse settimane la Lav Onlus aveva messo in premio una ricompensa di mille euro per chi avesse fornito informazioni utili alla condanna dei colpevoli. «Le segnalazioni sono arrivate e continuano ad arrivare;- spiegano gli animalisti – ci hanno detto più o meno quali piste seguire, ma per ora non siamo riusciti a stringere la cerchia fino ad ottenere un unico nome su cui far indagare gli inquirenti». 

Cavalli giustiziati Negli ultimi tempi è balzata su tutti i giornali la notizia di una collina a Monte San Giacomo, nel Vallo di Diano, ribattezzata «la valle della morte», dove sono stati rinvenuti tre cavalli morti, uno ferito e un bovino decapitato. «In questo caso specifico, i cavalli vaganti, che sembrerebbero essere padronali, infastidirebbero i proprietari terrieri che si vedono distrutte le proprie coltivazioni, e così a dir loro, costretti a gesti estremi. – ha spiegato la Lav – Si legge su alcune testate online  che il sindaco della piccola comunità cilentana, abbia escluso che a privare della vita gli animali sia stata la mano dell’uomo e che ciò sia stato accertato dai veterinari dell’asl intervenuti. Diverso il parere di alcuni residenti indignati che ci hanno inviato le foto dei corpi dei poveri animali con visibili fori sul cranio, che a prima vista potrebbero sembrare i  fori di entrata di proiettile. Purtroppo, – proseguono gli animalisti – l’anagrafe degli equidi, istituita con la legge n. 200 del 1 agosto 2003 e successivi Decreti Ministeriali,  non è applicata pienamente e in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale. Ciò, unito alla scarsa vigilanza, fa sì che si verifichino anche casi di randagismo equino, e spesso le istituzioni non sanno affrontare la questione».

L’appello «Da qui, il nostro appello affinché siano rafforzati i controlli per prevenire quanto più possibile situazioni che possono recare nocumento agli animali e favorire queste situazioni da far west. – conclude Lav – Nessuno ha diritto di farsi ‘giustizia’ da sé, questi reati devono essere perseguiti con forza e condannati da tutta la popolazione civile. Diamo piena disponibilità quindi a collaborare con le autorità e l’amministrazione comunale al fine di assicurare i colpevoli alla giustizia e restituire la serenità che meritano a questi timidi animali».

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