Dodici anni dopo la Cassazione conferma irregolarità alle elezioni comunali del 2011 a Perdifumo

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Dodici anni dopo la Cassazione conferma irregolarità alle elezioni comunali del 2011 a Perdifumo

Anche la Corte di Cassazione ha confermato che ci furono irregolarità elettorali durante le elezioni comunali del 2011 a Perdifumo. A denunciarle all’epoca dei fatti fu il sindaco uscente, l’avvocato Francesco Pecora, che perse per appena due voti di differenza il confronto con il dottor Vincenzo Paolillo, poi proclamato primo cittadino, e tra l’altro anche attualmente sindaco del comune cilentano. I giudici ermellini hanno, infatti, rigettato il ricorso presentato da Pietro Raddi, presidente della sezione numero 1 di Perdifumo, dove si verificarono le irregolarità, e condannato lo stesso ricorrente al pagamento delle spese processuali.

I reati, di abuso d’ufficio e di violazione della legge elettorale, sono stati dichiarati prescritti. Confermate, invece, le statuizioni civili, che dovranno essere stabilite in sede civile. A denunciare il caso, insieme al sindaco uscente Pecora, furono anche due candidati della sua lista civica, Giuseppe Coccorullo e Rossella Treppete.

A spingere Pecora a sporgere denuncia, presso la procura della Repubblica di Vallo della Lucania, fu l’assenza di corrispondenza tra le schede conteggiate dall’ufficio elettorale comunale e quelle successive conteggiate dai carabinieri. I voti assegnati dall’ufficio elettorale comunale furono 835, mentre dal riconteggio dei carabinieri in prefettura ne furono trovate 833. Tra le irregolarità evidenziate durante quella tornata elettorale anche la manomissione del verbale di scrutinio con la sottrazione di 4 voti proprio al candidato Pecora.

Dagli atti è emerso poi che lo stesso presidente di seggio, durante le operazioni di spoglio, accantonò delle schede anomale e/o contestate, nonostante l’opposizione di un rappresentante di lista, violando quindi di fatto le disposizioni di legge in materia. Alla fine, quindi, a trionfare per due voti fu Paolillo.

«Purtroppo quelli che sono stati i nostri dubbi sin dall’inizio, sono stati confermati poi in sede processuale – commenta Pecora – Sono state commesse delle evidenti irregolarità che hanno alterato l’esito finale del voto. Oramai sono passati tanti anni, resta però una brutta pagina delle competizioni democratiche e il rammarico per il sottoscritto e per tutti coloro che credevano nel nostro progetto».

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