Domenico Monaco, il contastorie del Cilento si racconta: «Molto lo lascio all’improvvisazione»

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Domenico Monaco, il contastorie del Cilento si racconta: «Molto lo lascio all’improvvisazione»

Quello di Domenico Monaco è un nome non certo nuovo a chi abita il Cilento o è semplicemente affascinato dalla cultura popolare di questa terra. Originario di Trentinara, Domenico definisce se stesso un contastorie: i suoi spettacoli sono infatti in bilico fra la canzone-filastrocca e il racconto. Nei suoi testi fanno capolino situazioni ironiche di vita quotidiana trantinarese, fra vecchi arcigni e dediti all’alcool, rapporti marito-moglie alquanto peculiari, scemi del paese, personaggi sulle righe, il tutto raccontato in dialetto. Non mancano reinterpretazioni in dialetto di brani della canzone d’autore italiana, e in particolare tratti dall’opera di un altro personaggio che fece della canzone una forma di comunicazione del popolo e per il popolo: Fabrizio De André. Giovedì 27 ottobre alle ore 21:00 sarà dal vivo al Draft di Vallo della Lucania. 

D: Ciao, Domenico: prima di tutto presentati ai nostri lettori, semmai ci fosse qualche cilentano che ancora non ti conosce.

R: Giuseppe caro, innanzitutto grazie per l’intervista. Nell’ultimo anno mi sono esibito in tanti paesi del Cilento, ma non tutti mi conoscono. Certo, mi sembra strano che non mi abbiano notato, perché tengo ‘na bella panza, e me veo facilmente. Domenico Monaco Contastorie, artista completo al 66-67%, perché non so cantare. Le storie le racconto, cercando di regalare alla gente qualche sorriso e a volte anche qualche spunto di riflessione.

D: Spiega, a chi ancora non ha assistito a un tuo spettacolo, come questi si svolgono. Cosa deve aspettarsi, insomma, il pubblico del Draft di Vallo della Lucania, questo giovedì?

D: Dipende innanzitutto da quanto mi fanno bere: con 3 o 4 birre divento una persona molto piacevole e brillante. Almeno io così mi vedo dopo 3 o 4 birre. Poi può darsi pure che diventi semplicemente un “vuommico”, ma non me ne rendo conto e va bene così. Scherzi a parte: il mio è uno spettacolo da ascolto: racconto delle storie raccolte in tanti paesi, ma soprattutto nel mio, a Trentinara; la maggior parte delle storie sono realmente accadute, io le ho ricamate un po’ e teatralizzate rendendole molto piacevoli. Spezzo i racconti con qualche pezzo modificato, soprattutto De André, qualche strofetta raccolta qua e là e canzoncine divertenti dove il focus non è sulla mia voce, ma sul testo.

D: Potremmo definire il tuo un lavoro “di ricerca”, considerando che vai a ripescare in un immaginario popolare legato alla tua terra, il Cilento, e al tuo paese, Trentinara, nello specifico: potremmo definire i tuoi spettacoli un “progetto antropologico”?

R: “Progetto antropologico”, mi fa un po’ paura (sorride) (sorride l’ho scritto da solo). Diciamo che è uno spettacolo leggero, ma non banale e superficiale: ogni tanto ci butto una “zeppata alla politica”, un po’ di satira sociale. Molto, però, lo lascio all’improvvisazione e a quello che succede durante la serata. La scaletta è sempre la stessa, ma ogni serata è a sé: a volte succedono cose incredibili (e tu da artista lo sai).

D: Oltre alle “storielle” della tradizione c’è anche qualcosa scritta di tuo pugno?

R: Tutte le storielle sono scritte di mio pugno: solo la battuta è degli altri. Poi, come ti ho detto, ho modificato alcuni testi di canzoni famose, scritto poesie, monologhi, alcuni pezzi divertenti in prosa. Di solito, però, non faccio tutto. Molto dipende dal contesto in cui ti esibisci.

D: L’ironia, che fa da filo conduttore al tuo spettacolo, a volta lascia spazio a momenti intimi e in parte nostalgici dove decanti l’amore per la tua terra, in particolare: come riesci a far convivere queste due anime, una dissacrante e un’altra romantica?

R: Soffro di disturbo bipolare dell’umore: so essere brillantissimo e leggero, ma anche molto triste, romantico e depresso. Mi viene in modo naturale e spontaneo, non so spiegarti.

D: Saluta i nostri lettori. Magari raccontandoci una delle storielle che ci farai ascoltare dal vivo giovedì.

R: Ciao lettori. Continuate a leggere. Ma verificate sempre la fonte: girano molte cazzate, soprattutto sul web. Di Peppo Galato vi potete fidare però, garantisco io. Storielle non ne racconto: dovete venire al Draft giovedì. Nu faciti ‘i sciemi.

Intervista a cura di Giuseppe Galato (QALT)

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