Furti nel Cilento, firmati protocolli di intesa per il «controllo del vicinato» tra prefetto e sindaci

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Furti nel Cilento, firmati protocolli di intesa per il «controllo del vicinato» tra prefetto e sindaci

Questa mattina al “Salone Azzurro” del Palazzo di Governo sono stati sottoscritti protocolli di intesa per istituire e disciplinare il “Controllo del Vicinato” tra il Prefetto di Salerno, Francesco Esposito, e i sindaci dei Comuni di Cava de’ Tirreni, Ceraso, Cuccaro Vetere, Novi Velia, Rofrano, San Mauro La Bruca e Vallo della Lucania. Ai protocolli hanno aderito anche il Questore di Salerno, Giancarlo Conticchio, e i Comandanti Provinciali dell’Arma dei Carabinieri, Filippo Melchiorre, e della Guardia di Finanza, Oriol De Luca.

Con i patti odierni ci si propone di intensificare la collaborazione tra cittadini e Forze dell’Ordine e consolidare la fiducia tra comunità e Istituzioni. Il percorso è stato avviato ad inizio anno per Cava de’ Tirreni, dopo un incontro del Comitato Provinciale per l’Ordine e la sicurezza Pubblica dedicato in particolare ai furti in abitazione che, nel corso dell’ultimo periodo, si sono susseguiti concentrandosi nell’arco di poche settimane, in alcuni ambiti territoriali, soprattutto in frazioni più isolate.

Analogo fenomeno con sequenza di episodi ravvicinati – tali da creare una sensazione di insicurezza e preoccupazione tra i cittadini residenti – è stato affrontato anche con i Comuni cilentani, riuniti la scorsa settimana presso il Comune di Vallo della Lucania, nel corso di un Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.

Dopo una immediata risposta con l’intensificazione dei servizi di controllo del territorio, l’incremento delle risorse e servizi straordinari congiunti delle Forze di Polizia che hanno consentito di frenare la tendenza all’incremento di furti in abitazione e di dare maggiore visibilità alla presenza delle pattuglie, si è ritenuto di curare anche l’aspetto relativo alla collaborazione dei cittadini con l’avvio sperimentale del “controllo del vicinato”.

Il protocollo, infatti, punta a coinvolgere in maniera organizzata e disciplinata i cittadini che intendono offrire spontaneamente il loro contributo nell’attività di osservazione e segnalazione alle Forze di Polizia di situazioni o circostanze sospette. Gli obiettivi sono far crescere la collaborazione dei cittadini, valorizzare la sicurezza partecipata delle comunità locali, promuovere forme di “vicinato solidale” e, nel contempo, evitare il ricorso alla pericolosa e spontanea formazione di “ronde”.

Cosa possono fare i cittadini

La partecipazione dei cittadini che intendono entrare a far parte dei “gruppi di controllo” avviene, infatti, attraverso una stretta collaborazione con le Forze di Polizia. I gruppi – che nella fase di costituzione saranno seguiti dai rispettivi Comuni – avranno un coordinatore che cura i contatti con le Forze di Polizia e opereranno sulla base delle indicazioni che riceveranno, nell’ambito di appositi incontri di orientamento, dalle Forze di Polizia.

I gruppi di cittadini non possono perlustrare il territorio dando vita alle “ronde”, perché tali iniziative potrebbero esporre a inutili pericoli per la propria e altrui incolumità persone non adeguatamente preparate e formate, oltre a creare indebite interferenze con le attività delle Forze dell’Ordine.
L’attività di controllo e perlustrazione del territorio spetta esclusivamente alle Forze di Polizia.
Inoltre, ci si propone di promuovere una cittadinanza attiva da parte delle comunità residenti che – passando attraverso il recupero delle regole di “buon vicinato” e di “attenzione sociale” – possa far crescere uno spirito di solidarietà tra la comunità.

Il Prefetto Esposito, a margine dell’incontro, ha affermato che: «Il protocollo del “controllo del vicinato” è uno strumento importante non solo per promuovere forme di collaborazione tra i cittadini e le Forze di Polizia ma anche per favorire la coesione sociale e le reti di solidarietà. Si tratta di un contributo prezioso anche per tutelare le fasce più vulnerabili – in particolare gli anziani soli che, sempre più spesso, subiscono l’odioso reato di truffa – e per segnalare situazioni di degrado urbano o disagio sociale e atti vandalici».

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