Giallo Vibonati: si stringe il cerchio attorno al nucleo familiare. Indagini su origine fratture

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Giallo Vibonati: si stringe il cerchio attorno al nucleo familiare. Indagini su origine fratture

Mentre restano critiche le condizioni cliniche del piccolo Pietro, il bambino di appena nove mesi ricoverato all’ospedale Santobono-Pausilipon di Napoli, si intensificano le indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Lagonegro. L’obiettivo è fare piena luce sulle cause delle gravissime lesioni riscontrate dai medici sul corpo del neonato, trasferito in elicottero dal presidio ospedaliero di Sapri lo scorso giovedì.

Il quadro clinico è drammatico: fratture al cranio, al torace e al femore, emorragie retiniche e una trombosi venosa cerebrale che ha costretto i medici a eseguire due interventi neurochirurgici di decompressione per ridurre un esteso edema cerebrale. Ma se da un lato i medici lottano per salvare la vita del piccolo, dall’altro gli inquirenti stanno cercando di rispondere a un quesito fondamentale: da cosa derivano quei traumi?

I carabinieri, coordinati dai magistrati di Lagonegro, hanno già sentito più volte la madre 29enne, originaria di Licusati e residente con il figlio e il suo attuale compagno a Villammare, nel comune di Vibonati. Entrambi sono stati ascoltati come persone informate sui fatti. Nelle ultime ore, gli inquirenti hanno anche raccolto la testimonianza della nonna materna, che vive a Licusati, e contattato il padre biologico del bambino, residente a Sapri.

Secondo quanto ricostruito finora, la madre avrebbe prelevato l’altro figlio da scuola prima di dirigersi verso l’ospedale di Sapri, percorrendo in circa 45 minuti la distanza tra Villammare e il pronto soccorso. I militari stanno verificando con precisione i tempi, i movimenti e le dichiarazioni rilasciate, oltre a valutare la possibilità di ulteriori interrogatori o perquisizioni. Non è escluso il ricorso a intercettazioni ambientali per approfondire dinamiche e relazioni all’interno del nucleo familiare.

Un aspetto ancora da chiarire riguarda la visita del 28 maggio scorso: secondo quanto dichiarato dalla madre, in quell’occasione Pietro fu portato all’ospedale di Sapri per una presunta crisi respiratoria e dimesso con una semplice prescrizione di antibiotici. I referti medici e le cartelle cliniche di quel giorno sono ora al vaglio degli inquirenti.

La comunità di Vibonati segue con apprensione l’evolversi del caso. Il dolore per le condizioni del piccolo si accompagna alla richiesta di verità e giustizia. Le prossime ore potrebbero rivelarsi decisive non solo per la vita di Pietro, ma anche per definire con maggiore chiarezza i contorni di una vicenda che ha scosso l’intero Cilento.

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