Lavori al Mingardo, opposizione Camerota: «Sindaco tace, i cittadini devono sapere»

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Lavori al Mingardo, opposizione Camerota: «Sindaco tace, i cittadini devono sapere»

Il gruppo di opposizione del comune di Camerota interviene sulla vicenda dei lavori al costone roccioso che sovrasta la Sp562. «Una problematica che si protrae da mesi – scrivono i consiglieri di opposizione – e che desta preoccupazione a tanti cittadini, imprenditori, lavoratori e genitori di ragazzi che devono raggiungere gli istituti scolastici». 

«Eravamo speranzosi che l’ultimo tavolo tecnico svoltosi in Provincia con gli enti sovracomunali avesse dato la possibilità di trovare una soluzione rapida al problema, purtroppo non è cosi. Siamo venuti a conoscenza dell’ennesimo diniego da parte della Soprintendenza, in merito alla richiesta da lei inoltrata per i lavori di completamento della messa in sicurezza del costone roccioso.  Sindaco, se ancora non se ne fosse reso conto, questa situazione sta mettendo in seria difficoltà i cittadini del nostro Comune», sottolineano i consiglieri di minoranza. 

La Soprintendenza, Sindaco, la diffida a non proporre ulteriori progetti carenti dei più elementari requisiti richiesti dalla legge, perché saranno rispediti al mittente con pari e ripetuta motivazione. E la richiama anche perchè questa sua riproposizione di atti che non possono essere presi in considerazione dalla medesima Soprintendenza (perché non corretti neanche dal punto di vista procedurale amministrativo) non fanno che procurare inutili e deleterie perdite di tempo a danno esclusivo dei nostri cittadini. Poiché lei da mesi ormai, colpevolmente, tace e continua a tacere, le chiediamo ancora una volta di illustrare a tutta la cittadinanza Camerotana quali saranno i prossimi provvedimenti che intende adottare in ossequio a quanto previsto dalla legge, cosi come ampiamente ed esaustivamente le è stato illustrato in quest’ultima missiva. Le comunichiamo, altresì, che ormai la nostra comunità è stanca di attendere senza sapere ed essere informata. La pazienza è finita, considerata la gravità del problema in cui ci ha trascinato e dal quale, ad oggi, non ha saputo tirarci fuori. Il tempo è scaduto. La misura è colma. Il suo silenzio è diventato snervante e insopportabile. Per quanto di nostra competenza, siamo pronti ad intraprendere già nei prossimi giorni iniziative coerenti, al fine di contribuire alla risoluzione di questo assurdo problema».

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