Nel Cilento bufali maschi uccisi perchè improduttivi: il caso arriva in Europa

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Nel Cilento bufali maschi uccisi perchè improduttivi: il caso arriva in Europa

«Basta con l’uccisione dei vitellini maschi di bufala»: a chiederlo è l’europarlamentare Isabella Adinolfi (M5S), che ha presentato un’interrogazione alla Commissione Ue affinché sia trovata una soluzione per contrastare il fenomeno della mattanza dei bufalotti maschi uccisi negli allevamenti appena nati perché improduttivi. «In molte aziende zootecniche italiane, i bufalotti maschi vengono uccisi tramite annegamento, picchiati a morte o abbandonati in quanto non produttivi. È sempre triste apprendere dalla stampa le crudeltà che devono subire gli animali da allevamento – afferma la Adinolfi – la carne di bufala destinata al consumo non ha molto mercato, dunque si avviano agli allevamenti soltanto le bufale di sesso femminile, in grado di produrre il prezioso latte di bufala, eccellenza campana. Ogni pratica crudele sugli animali di allevamento è già contro la legge, nonché tutti gli Stati membri hanno ratificato la Convenzione europea sulla protezione degli animali negli allevamenti. Spero che quanto accaduto sia un fatto isolato, ma credo che si debba avere un controllo maggiore anche da parte del Consorzio tutela mozzarella di bufala campana». L’ultima mattanza è avvenuta in località Cannito a Capaccio, dove sono stati rinvenuti 12 capi bufalini, di cui solo uno femmina. L’uccisione dei bufalotti da parte di allevatori senza scrupoli ha finalità economiche. L’allevatore non riesce ad ottenere nessun reddito e alimentare l’animale fino all’età adulta, ha un costo molto elevato. Il mancato guadagno spinge alcuni allevatori a disfarsi dei vitellini maschi spesso in modo cruento. In un allevamento, mediamente, una bufala partorisce una volta all’anno, il 70% dei capi sono dei maschi, raramente la percentuale è del 50%. Pertanto, in un allevamento di 200 bufale nascono 140 maschi non produttivi.

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