Ospedale rischia di perdere tre reparti, Auricchio: «Unico riferimento del territorio»

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Ospedale rischia di perdere tre reparti, Auricchio: «Unico riferimento del territorio»

«Questo nuovo piano ospedaliero non s’ha da fare». Non si arrende Roccadaspide, e non solo, nel mostrare ancora dopo diversi mesi tutta la sua indignazione per i cambiamenti previsti dal decreto 33/2016 del commissario straordinario per la sanità della regione Campania, Joseph Polimeni. Secondo il nuovo piano ospedaliero, infatti, Roccadaspide per la sua posizione logistica è configurato come punto di accesso in deroga in zona particolarmente disagiata, dotato di 20 posti letto. Diminuiti, quindi, i posti letto da 70 a 20. Il presidio, inoltre, perderà reparti di cardiologia, ortopedia e chirurgia.

 La controffensiva inizia con un comunicato stampa comunale dello scorso aprile indirizzato ai vertici delle istituzioni regionali campane, compresi i sindaci del comprensorio della Valle del Calore, degli Alburni e dell’Alento. Nel comunicato veniva chiesa una riorganizzazione del piano con indicazione dei criteri e delle linee guida poste a fondamento della ipotesi di riassetto, dal quale emerge un importante punto fulcro della protesta: «L’Ospedale di Roccadaspide ha una sua tipicità estrema. E’ situato in un territorio interamente montano del Parco, in un territorio con caratteristiche geomorfologiche estremamente disagiate, con una rete viaria completamente fatiscente ed una popolazione prevalentemente anziana che rappresenta il doppio della media regionale. E’ un ospedale che garantisce assistenza ed adeguata risposta sanitaria ad una popolazione di oltre 22 comuni disseminata su circa 800 chilometri».

Convocazione dei sindaci nel mese di maggio del comprensorio Calore, Alburni e Alento, il presidente del Parco, l’assemblea dei sindaci della comunità del Parco, i presidente delle comunità Montane Alburni e Calore Salernitano e i sindacati. Il tutto nell’aula magna del presidio e organizzato dal vicensindaco Girolamo Auricchio. Durante l’incontro venne anche annunciata l’ipotesi di far ricorso al Tar. Dal caso è nato anche un comitato civico che riunisce circa 21Pro loco e 92 associazioni nell’ambito del comprensorio. 

L’intervento del M5S Campania sempre nel mese di maggio in cui il consigliere regionale Michele Cammarano dichiarò: «L’ospedale di Roccadaspide, stando al piano sanitario, avrebbe solo la funzione di smistamento dei pazienti per un massimo di venti posti. Insomma  tutti i reparti compresi quelli di medicina, chirurgia, ortopedia e l’eccellente cardiologia sarebbero smantellati. Non si capisce quali siano stati i criteri adottati nella valutazione di ridimensionare l’ospedale di Roccadaspide, non si è tenuto conto di nulla neppure delle difficoltà di viabilità, dell’età media della popolazione»

La missiva al ministro della salute Lorenzin e dell’economia Padoan risalente allo scorso giugno, quando il sindaco uscente, attualmente vicesindaco, Girolamo Auricchio chiedeva come mai venisse negata al presidio ospedaliero di Roccadaspide la classificazione di ‘ospedale di base sede di pronto soccorso”, pur rispettando lo stesso tutti gli standard previsti dalla legge ed avendo tutti i requisiti per essere classificato tale. In seguito nella lettera appaiono diversi dati a sostegno della tesi di riorganizzazione. «Le prestazioni erogate di pronto soccorso per l’anno 2014 sono ben 13.171; i ricoveri 3.679; e il tasso di utilizzo dei P.L. è del 94,34 %. Inoltre il presidio è l’unico presidio che presenta tutte le certificazioni richieste ai sensi del dm n. 70/2015 e l. 46/90. Per cui, la ipotesi delineata con il decreto commissariale n. 33/2016, che prevede la riduzione dei posti letto  da 70 a 20 è un fatto che si pone in netto contrasto e in profonda contraddizione con la previsione normativa e con le reali condizioni di tutela della salute di una vasta area territoriale, che in questo modo verrebbe pesantemente penalizzata e sacrificata».

Il caso approda al Tar quando il sindaco uscente Auricchio, nel mese di giugno, attraverso una delibera ha incaricato un legale di presentare ricorso. Il 25 gennaio, infatti, si terrà l’udienza

Auricchio non si arrende ieri, infatti, il suo ultimo commento sulla vicenda accompagnato da un servizio di ‘Striscia la Notizia’ in cui Roccadaspide appare come l’unico presidio della provincia di Salerno in cui è stato possibile prenotare una semplice ecografia addominale, e un servizio di ‘Presa Diretta’ sull’impossibilità di prenotare una mammografia in Campania. Auricchio scrive: «Come tutti ben sapete con il nuovo decreto del commissario regionale ha deciso di fatto di chiudere l’Ospedale di Roccadaspide, riducendo i posti letto da 70 a 20. Un presidio che eroga prestazioni di assoluta eccellenza, che negli anni si è contraddistinto sempre in positivo, che non è mai stato coinvolto in casi di mala sanità, ubicato in un’area oreograficafortemente complessa e difficoltosa, con una viabilità che è assolutamente vergognosa e con una presenza di popolazione prevalentemente anziana, che in molti comuni raggiunge il triplo della media regionale. Non senza considerare che rappresenta l’unico riferimento sanitario di un territorio che è completamente sfornito di strutture e/o cliniche convenzionate. Una struttura che è una delle poche, forse l’unica, tra i presidi ospedalieri ad avere tutte le certificazioni, con una media di occupazione dei posti letto che è pari al 94%, e dove il più vicino ospedale dista da Roccadaspide ben 47 Km. e dagli altri comuni 75/80 Km. Ed invece vengono di contro potenziati ospedali cadenti, in massima parte inagibili, inidonei, alcuni dei quali addirittura ubicati in vecchi castelli e conventi del 1.300, che sono distanti tra loro pochi chilometri e che raggiungono una occupazione di posti letto pari neanche al 70%. Voglio davvero sperare ed augurarmi, richiamandomi anche all’appello del nostro Vescovo Mons. Ciro Miniero, che condivido pienamente, che il buon senso prevalga e che ci sia una pronta modifica del decreto commissariale, così come abbiamo prontamente proposto con un emendamento inviato alla Regione Campania, affinché questo territorio non venga ulteriormente penalizzato».

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