Presidente Repubblica scioglie comune del Cilento: «Sindaco è incadidabile»

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Presidente Repubblica scioglie comune del Cilento: «Sindaco è incadidabile»

Il consiglio comunale di Rutino è stato sciolto con un provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e firmato dal presidente delle Repubblica, Sergio Mattarella su richiesta del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Il decreto di scioglimento era stato richiesto dalla minoranza consiliare. La legge Severino, rende quindi a tutti gli effetti incandidabile il sindaco Gerardo Immerso che era stato eletto lo scorso 5 giugno.

I fatti e l’accusa
La condanna risale ai fatti del lontano 2002, ed è stata proclamata dalla stessa Prefettura di Salerno nel corso dell’estate. Gerardo Immerso, che  aveva dichiarato di non sapere nulla su questa condanna a suo carico,  è condannato per ricettazione e, anche secondo i criteri della legge Severino, risulta, come lo risultava prima di essere eletto, incandidabile. Nel mese di agosto (2016) infatti era stato proprio il sindaco ad inaugurare un consiglio comunale con aggiunta all’ordine del giorno la sua sospensione dall’incarico di primo cittadino, manovra che era comunque costretto a compiere secondo le discrezioni del Prefetto. Sempre nel mese di agosto era giunta una comunicazione ufficiale dagli uffici di Palazzo di Governo in cui era ufficializzata la sua sospensione. Ai primi di  settembre il consiglio comunale ha poi revocato la convalida dell’elezione del 5 giugno. Da quel momento il Comune è passato sotto la gestione provvisoria del vicesindaco Michele Ferraro, che potrebbe reggerlo fino alle elezioni della prossima primavera, esclusa la partecipazione di un commissario prefettizio. La nota di sospensione, inoltre, non era stata presa in considerazione dalla minoranza comunale che al contrario chiedeva l’applicazione della legge, o meglio, come si legge dal testo di legge,  l’eventuale elezione o nomina di colore che si trovano nelle condizioni di cui al l’eventuale elezione o nomina di coloro che si trovano nelle condizioni di cui al comma 1 è nulla. L’organo che ha deliberato la nomina o la convalida dell’elezione è tenuto a revocarla non appena venuto a conoscenza dell’esistenza delle condizioni stesse» Sempre nel corso dell’estate, dopo i fatti accaduti, Immerso scriveva sul proprio profilo Facebook: «Voglio evidenziare che i fatti risalgono al lontano 2002 e che nulla hanno a che fare con il mio operato nelle precedenti amministrazioni ma riguardano circostanze personali legate alla mia attività professionale». La decisione – scrive – è volta a non creare eventuali situazione di interferenza politica e amministrativa con le funzioni inerenti la carica, e non vuole tradire la fiducia degli elettori».

Cos’è il reato di ricettazione
Riguarda l’acquisto da parte di chiunque di beni illecitamente sottratti a un terzo o, più in generale, l’acquisto di beni derivanti da un crimine di qualsivoglia entità e natura. A seconda degli ordinamenti giuridici essa può assumere risvolti criminali con conseguenze variabili. La pena prevista è quella di reclusione da 2 ad 8 anni congiunta alla multa da 516 a 10.329 euro.

Cosa c’entra la legge Severino?
Il testo normativo prende il nome del ministro della giustizia del governo Monti Paola Severino, che ne ha redatto i decreti attuativi. La legge delega, già in parte predisposta durante il governo Berlusconi IV, ministro della Giustizia Angelino Alfano, fu approvata, dopo varie modifiche parlamentari, dalla maggioranza che sosteneva il governo Monti, che provvide altresì all’emanazione della disciplina delegata e riguarda le disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione. A Capo IV del testo troviamo la sezione riservata all’incandidabilità alle cariche elettive negli enti locali. Quindi, all’articolo 10 l’incandidabilità alle elezioni provinciali. comunale e circoscrizionali. Dal testo, si legge infatti che la «sospensione e decadenza va applicata a coloro che, con sentenza di primo grado, confermata in appello per la stessa imputazione, hanno riportato, dopo l’elezione o la nomina, una condanna ad una pena non inferiore a due anni di reclusione per un delitto non colposo, dopo l’elezione o la nomina».

Decreto del presidente della Repubblica
«Scioglimento del consiglio comunale di Rutino», questo il titolo del decreto pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale. Nel documento si leggono i diversi articoli secondo i quali il sindaco risulta essere incandidabile. Il decreto parla chiaro, e riassume in poche righe l’esito delle vicenda. «Considerato, altresì, che il citato amministratore ha  partecipato alle predette  consultazioni  elettorali  nonostante  versasse  nella condizione di incandidabilità – si legge nel decreto -.  Vista la delibera con  la  quale  il consiglio comunale di Rutino ha deliberato la revoca della convalida delle elezioni del sindaco, dando  atto  della  decadenza  del sig. Gerardo Immerso dalla carica. Ritenuto,  pertanto,  che ricorrano  gli  estremi  per  far luogo allo scioglimento della suddetta rappresentanza. Sulla proposta del  Ministro  dell’interno – si legge verso la conclusione –   la  cui  relazione è allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante. Decreta: Il consiglio comunale di Rutino (Salerno) è sciolto». Mattarella, Alfano, ministro dell’Interno. 

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