Protezioni solari: come nascono e come possiamo sceglierle?

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Protezioni solari: come nascono e come possiamo sceglierle?

Cosa sono?
Partiamo dalle basi: i solari sono dei cosmetici, anche se ormai è cosa universalmente nota, ma vorrei spiegare il perchè: il solare protegge e permette di mantenere la pelle in buono stato (CE 1223/2009).
Se dal punto di vista teorico, la cosa sembra facile, quando ci si trova in fase di costruzione, le cose si complicano.

Cosa si ricerca in un solare?
Che sia sotto forma di emulsione, quindi crema o od olio, in un solare cerchiamo spalmabilità, stabilità, profumo, costo accettabile, magari texture leggera, resistenza all’acqua, al sudore e magari anche che non lasci il cerone bianco in faccia… altro?
Il problema è che in laboratorio e poi in produzione si devono tenere a mente le limitazioni degli ingredienti e la loro efficacia come filtri.

Come si calcola l’SFP e quali sono gli ingredienti che lo determinano?
Gli ingredienti permessi, con i loro limiti, come fiktri UV dalla normativa europea sono elencati nell’allegato VII: questi sono 28/ e, se miscelati in una formulazione, permettono di ottenere un sun protection factor (SPF) dal 6 al 50+, da una protezione bassa a una molto alta.

Ma come calcolare questo fattore di protezione?
si parte da un calcolo teorico, sapendo come ogni filtro modifica l’sfp, si andrà ad aggiungere o eliminare qualche ingrediente, e successivamente, quando la formula risulta essere ottimale, si fanno a fare i test in vitro o su volontari.

Sui volontari si calcola la MED (dose minima di radiazioni che determina l’eritema), e successivamente si rapportano le due MED ottenute con e senza la protezione solare, il risultato sarà il nostro SFP finale, cioè quello che leggiamo sul packaging.

SFP= MED con protezione / MED senza protezione.

30 o 50, quale scegliere?
Sia la protezione 30 che la 50 ricadono nella categoria delle protezioni alte; la prima deve avere un spf calcolato tra 30 e 49.9, mentre la seconda tra 50 e 59.9.
Questo però dal punto di vista dell’adsorbimento della luce UV non si trasforma in valori molto diversi: infatti, una 30 adsorbirà circa il 96% delle radiazioni contro un 98% della 50.
Quel 2% ci cambierà la vita? Non proprio.
Ovviamente un fototipo chiaro dovrà sempre puntare su protezioni alte o molto alte (50+), ma questo non è il solo comportamento corretto.

La crema va riapplicata più e più volte durante l’arco della giornata, al mare, in città come in montagna, che sia una 10 o una 50+.
Il valore che leggiamo poi è riferito solo alla radiazione UV-B, ma esistono altre radiazioni all’interno dello spettro della luce, come IR e UVA, quindi non ci dobbiamo fermare al fatto che, se la 50 è più alta della 30 (anche se questa protegge anche contro gli UVA), mi darà una miglior protezione.
Un esercizio che si può fare? Non pensare solamente al numero (6/10/20/30/50) ma ad una classificazione diversa: protezione bassa, media, alta e molto alta.
Dove ricadono la 30 e la 50? Tutte e due nelle “alte”.

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