Spacciano formaggio straniero per pecorino del Cilento: azienda agricola nei guai

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Spacciano formaggio straniero per pecorino del Cilento: azienda agricola nei guai

I carabinieri del nucleo investigativo di polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale del gruppo carabinieri Forestale di Avellino e della stazione carabinieri Forestale di Volturara Irpina, unitamente alle forze dell’ordine di Zungoli, nell’ambito dei controlli amministrativi afferenti la rintracciabilità dei prodotti agroalimentari, hanno denunciato alla procura della Repubblica di Benevento il legale rappresentate, nonché gestore, e due dipendenti di una nota cooperativa agricola di Zungoli, ritenuti responsabili di favoreggiamento reali, frode nell’esercizio del commercio, commercio di sostanze alimentari contraffatte o adulterate, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari e ricettazione.

Secondo quanto accertato nel corso di controlli amministrativi, eseguiti dai carabinieri insieme al personale del servizio veterinario igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche dell’Asl di Avellino, il caciocavallo prodotto con comune latte di vaccino, venduto anche online, era spacciato per ‘caciocavallo podolico irpino di grotta’.

Nel corso delle verifiche gli inquirenti hanno scoperto anche che le etichettature recavano varie indicazioni false: oltre alla definizione di ‘caciocavallo podolico irpino di grotta’, veniva falsamente riportato che il confezionamento era stato eseguito da parte della citata cooperativa, mentre in effetti si trattava di prodotti acquistati già confezionati da altri caseifici industriali; inoltre venivano indicati quali ingredienti, latte crudo intero anziché latte pastorizzato e caglio di capretto o agnello invece del meno pregiato caglio di bovino. Sono sottoposti a sequestro penale 270 pezzi di caciocavallo, per un peso totale di circa 500 chili e del valore di mercato di circa 15 mila euro.

Per i restanti prodotti caseari rinvenuti nella sede della cooperativa e in una “grotta” del centro storico di Zungoli, i carabinieri hanno effettuato un sequestro amministrativo di circa 2 mila pezzi di formaggio stagionato (caciocavalli, formaggio del Cilento, formaggio di pecora bagnolese, formaggio di pecora, ricotta salata) per un peso totale di circa 25 quintali e un approssimativo valore di mercato di 75mila euro, avendo riscontrato la mancata rintracciabilità, difformità nell’etichettatura, mancanza delle procedure basate sul sistema Haccp (Analisi dei rischi e punti critici di controllo) relative alla linea di lavorazione. Tra i formaggi sequestrati anche 76 forme di caciotte da 2 chili recanti in etichetta la denominazione ‘pecorino del Cilento’, mentre in realtà veniva prodotto in altro areale geografico. Le forze dell’ordine hanno sequestro, e successivamente distrutto, 116 caciotte del peso complessivo di oltre 230 chili e del valore commerciale di circa 7 mila euro, poiché prive di etichettatura e di sistema di tracciabilità, contenute all’interno di sacchi in plastica non idonei al contenimento degli alimenti, trasportati a bordo di un veicolo sprovvisto di registrazione per il trasporto di alimenti. Le sanzioni totale comminate ammontano a circa 16.500 euro.

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