Temperature insolite e larve minatrici, la produzione dell’olio cilentano è a rischio

| di
Temperature insolite e larve minatrici, la produzione dell’olio cilentano è a rischio

Sul fronte della quantità l’annata olivicola 2014-2015 che si sta profilando in Campania, ed in particolar modo nel Cilento, sarà certamente da dimenticare, con un calo della produzione di olive di oltre il 20% e un brusco ridimensionamento delle rese fino al 50%. Proprio in considerazione dell’andamento scarso della raccolta delle olive, bisogna alzare la guardia, perché è evidente il rischio che il mercato sia invaso da prodotto di dubbia origine e provenienza e, poi, spacciato per ‘made in Italy’. Ma nonostante questo, come il mercato ci insegna, quando la produzione cala il prezzo aumenta. La causa principale si chiama ‘mosca dell’olivo’ o ‘delle olive’, la cui larva è una minatrice della drupa dell’olivo. È considerata l’avversità più grave a carico di queste maestose piante. Gli insetti, poi, si vanno ad aggiungersi ad un clima sempre più anomalo: basti pensare che il 16 ottobre in alcune località balneari del Cilento il termometro ha sfiorato anche i 31 gradi. 

In Italia Stessa storia anche dall’altra parte dello Stivale. Ad esempio in Puglia, come fa sapere la Coldiretti, «verrà perso almeno il 60% del raccolto rispetto agli altri anni». Il pericolo viene dall’Africa, come spiega la Coldiretti Umbria, altra regione importante per la produzione di olive in Italia: «Anche in Spagna è atteso un dimezzamento del raccolto – spiega Coldiretti Umbria –  l’incubo è l’invasione di olive provenienti dal Nord Africa e del Medio Oriente che non sempre hanno gli stessi requisiti qualitativi e di sicurezza». Intanto, i consumatori devono prestare molta attenzione all’etichetta che, pur nascosta spesso sul retro della bottiglia e riportata a caratteri minuscoli, deve riportare la scritta ‘ottenuto da miscela di olio comunitari od extracomunitari se non si tratta di olio 100%. Le esportazioni di extravergine italiano, indirizzate per la gran parte negli Usa, Giappone, Spagna, Germania, Svizzera, Francia, Australia e Canada, sono in serio pericolo. 

©

Consigliati per te

©Riproduzione riservata