Torre Orsaia, piano urbanistico dopo 40 anni. Sindaco: regole certe, prospettive sviluppo e tutela ambiente

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Torre Orsaia, piano urbanistico dopo 40 anni. Sindaco: regole certe, prospettive sviluppo e tutela ambiente

Dopo anni di attesa il Puc a Torre Orsaia è realtà. Un evento storico realizzato dopo un’attesa lunga quarant’anni. Torre Orsaia risultava uno dei pochi comuni a non aver mai avuto uno strumento di pianificazione. «Lo avevamo promesso. – commenta il sindaco Pietro Vicino – Con il Puc avremo delle regole, prospettive di sviluppo e soprattutto un paese più attento alla tutela del territorio e alla valorizzazione del proprio patrimonio storico, alla nostra identità culturale». Ne abbiamo parlato, in un’intervista, con il sindaco di Torre Orsaia, Pietro Vicino.

E’ un evento storico, sindaco?
Diventa storico ed epocale in un Comune che non ha avuto nessuno strumento di pianificazione territoriale. Siamo uno dei pochi comuni in Italia, citati nei corsi di Urbanistica universitaria, che non si è mai dotato di nessuno strumento di pianificazione, nemmeno dei vecchi piani di fabbricazione. Abbiamo sopperito ad un gap di oltre 50 anni. 

Nel corso degli anni si è cercato di sopperire a questa mancanza?
Il primo incarico, la nomina di un commissario ad acta per la predisposizione per il piano regolatore, allora cosi si chiamava, risale al 1985. Fare oggi un piano regolatore in un paese quasi urbanizzato è completamente diverso che farlo alla fine degli anni ’70, inizi anni ’80. Lo sviluppo urbanistico dei piccoli comuni interni si è avuto in questi anni, post terremoto. Oggi interveniamo su un territorio già urbanizzato.

Il Piano urbanistico cosa prevede?
Ci siamo ispirati, nei fatti, ai principi di concertazione, compartecipazione e condivisione. Le scelte le ha fatte l’amministrazione sì, ma d’intesa con i cittadini, per la localizzazione, ad esempio, degli alloggi destinati all’edilizia residenziale pubblica, ma anche per gli insediamenti produttivi. Naturalmente valutando le zone più indicate in relazione alle prospettive di sviluppo urbanistico, e che non avessero controindicazioni di tipo tecnico normativo.

Abbiamo elaborato un Piano con obiettivi chiari: cercare di riattivare l’attività edilizia, motore della nostra economia, ferma da tanti anni, ma facendolo in un quadro di regole certe e cercando di tutelare l’ambiente e il paesaggio che ci circonda, evitando di trovarci come ora intere zone del paese interessate da gravi problemi di dissesto idrogeologico. Coniugare sviluppo dell’edilizia, con un quadro di regole certe e una tutela dell’ambiente e del territorio.  Ne è venuto fuori un documento che cerca di recuperare un altro gap che scontiamo per non aver avuto un piano regolatore.

Uno sviluppo urbanistico disordinato?

Tutte le abitazioni dagli anni 70 in avanti sono state costruite senza rispetto degli standard urbanistici. Uno sviluppo urbanistico disordinato a cui oggi cerchiamo di porre rimedio: quello che c’è rimane, ma tutto quello che nasce nuovo, nasce secondo una regola. Abbiamo adottato un Piano che prevede interventi strategici, individuando una serie di aree per recuperare gli standard urbanistici, come ad esempio un parcheggio, un’area verde per i bambini e le mamme.  

Un iter avviato nel 2017 con l’approvazione della proposta di preliminare di Piano che ha visto un importante lavoro di squadra…

Una equipe di tecnici, coordinati dall’architetto Domenico Nicoletti, con il nostro responsabile dell’ufficio tecnico, l’ingegnere Nicola Radesca, e l’importante contributo di giovane ingegnere Luca Castelluccio. In consiglio comunale ho ringraziato i tecnici che negli ultimi 40 anni si sono occupati di questa materia, dal punto di vista tecnico, su tutti due di loro che non ci sono più, Franco Pugliese e l’ing. Romeo.

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