“Il dialetto cilentano dalla canzone d’autore contemporanea al canto popolare dei Kiepò” di Cinzia Sapienza

Non riesco mai a tirarmi indietro quando qualcuno mi chiede di “parlare del parlato”, quello nostrano, quello cilentano; forse perché sono in pochi ad ammettere che una lingua è un po alla base della cultura e delle tradizioni della propria vita e forse perché una passione rimane nel tempo, sempre ben accetta nelle propria menta, quella mente che spesso ci porta a fantasticare ma anche a realizzare e concretizzare.
I motivi per cui si è spesso sviati a trattare argomenti così affascinanti e nel contempo complicati, sono senza dubbio in parte legati alle difficoltà di partenza, anche nel reperire il materiale di base da cui partire. Quando Cinzia Sapienza, giovane studentessa del Golfo di Policastro, mi ha chiesto di dargli qualche consiglio, non ho potuto far altro che prendere a cuore la richiesta; e se le indicazioni a voce non bastavano, il giornaledelcilento è stato una delle fonti cardini, materiale semplice da cui attingere.
Armata di tanta buona volontà e passione per questa terra e il suo “parlato”, Cinzia Sapienza ha raggiunto la sua meta e credo abbia tutte le carte in regola per poter iniziare “a continuare a scrivere…”.
D – Perché scrivere del “dialetto” e in generale?
R – Qui si va sul personale. Mi piace scrivere perché mi libera la mente,  non saprei riassumere diversamente; mi piace la scrittura in sé!
D – Parlare del “parlato locale”. Perché?
R – Perché amo la mia terra e l’ho scoperto soprattutto negli anni di università e soprattutto per sopperire lo scarso interesse che c’è stato nei confronti del mio dialetto (nel senso che non ha avuto lo stesso peso negli studi rispetto ad altri).

Il dialetto cilentano, suoni vocalici e consonantici, affinità e diversità (alcuni esempi)

Varietà linguistiche nel dialetto cilentano, osservazioni sui dittonghi tra il “Cilento” e “Camerota”